Polonia: passa alla Camera la controversa legge anti giudici

Polonia: passa alla Camera la controversa legge anti giudici
Diritti d'autore AP Photo/Czarek Sokolowski
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Di Euronews
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233 voti a favore della legge, quelli del partito che l'ha proposta, Diritto e giustizia. Ma al Senato l'opposizione potrebbe rimescolare le carte in tavola

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La cosiddetta "legge bavaglio" ai giudici è stata approvata dal parlamento polacco. 233 voti a favore, i deputati del partito di governo Diritto e giustizia che l'ha proposta, 205 contrari, per la legge che di fatto limita l'autonomia alla magistratura, sottoponendola al potere esecutivo.

"Ciò che indebolisce maggiormente lo stato di diritto è la mutazione che chiamiamo 'stato dei giudici'. Lo stato dei giudici, questo è esattamente lo stato e il modello che state cercando e che volete introdurre con l'aiuto di giudici che vi obbediscono", ha dichiarato in aula il deputato di Diritto e giustizia,Przemysław Czarnek. "Lo stato dei giudici è lo stato che ignora il principio della sovranità nazionale, che ignora l'autorità della nazione su tutte e tre le autorità. Lo stato dei giudici è lo stato in cui i giudici decidono ciò che è legge e ciò che non lo è".

La controversa legge è già stata ampiamente criticata anche dalla Commissione europea. Qualche giorno fa, inoltre, la Corte Suprema polacca aveva lanciato l'allarme: i contrasti con Bruxelles sulla riforma, accusata di mettere in pericolo lo Stato di diritto, potrebbero causare in futuro l'uscita della Polonia dall'Unione europea.

"Questa legge è una semplice, primitiva bolla legale, che si suppone sia uno strumento usato da simili apparati di partito negli stati autoritari", ha detto in parlamento il deputato dell'opposizione, Krzysztof Smiszek. "In questi Paesi, l'autorità decide quale giudizio è legittimo e quale è giusto. Questi sono i vostri modelli da seguire".

La norma - che secondo la Corte Suprema polacca punta a permettere al presidente Duda di nominare un nuovo numero 1 della Corte prima delle presidenziali di maggio - passa ora al Senato, dove l'opposizione ha la maggioranza e non è quindi tutt'altro che scontato che possa ancora una volta passare. In questo caso, verrebbe nuovamente sottoposta al voto della Camera dei deputati.

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