I viaggi dopo il Covid

I viaggi dopo il Covid
Diritti d'autore Hedgehog Studio / Unsplash
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Di Sarah Palmer
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Il distanziamento fisico ci ha resi tutti più ansiosi, e le misure di protezione dal virus sono destinate a restare ancora un po'. Il settore del turismo spera nei vaccini, ma la questione è complicata.

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Il legame fra salute fisica e mentale fa discutere, mentre la pandemia continua ad avere un grave impatto su entrambe in molte persone.

Considerate l'ansia quotidiana per una malattia che colpisce in tutto il mondo milioni di persone, la perdita di posti di lavoro e i contatti sociali ridotti al minimo (per citare solo alcuni degli effetti), il dibattito è aperto su quali siano le conseguenze più devastanti del coronavirus: mediche, economiche o psicologiche.  

Che conseguenze potrebbe avere tutto questo sul settore dei viaggi dopo il Covid?

Il legame fra viaggi e salute mentale

Secondo la dottoressa Helena McKeown, presidente dell'organismo di rappresentanza della British Medical Association (Bma), il Covid-19 ha rappresentato un involontario esperimento che ci ha permesso di vedere che impatto abbia l'impossibilità di spostarci.

"In generale, è evidente che chi lavora attende con fiducia le vacanze - afferma McKeown -. È un momento di pausa e di relax, e negli ultimi 12 mesi non abbiamo potuto avere questo momento di riposo di cui abbiamo bisogno". 

Questo influisce su motivazione, produttività e sulla messa in prospettiva generale della propria vita. Quindi le vacanze, in un certo senso, potrebbe ordinarle il medico. Ma la logistica imposta dalla diffusione del virus rende questo al momento molto difficile quando non impossibile. E anche una volta che sarà di nuovo possibile viaggiare liberamente, per qualche tempo dovremo comunque fare i conti con le restrizioni. 

La logistica dei trasporti

Già prima della fine del 2019, dover trascinare valigie su autobus, treni e metropolitane per non pagare un taxi o il parcheggio all'aeroporto non era una festa. Poi ti ritrovi a sudare in un gate sovraffollato, privo di finestre. E per finire, l'aereo, che per molti può essere claustrofobico.  Nel mondo post-Covid,  "Salire sui mezzi pubblici comporterà comprensibilmente un po' di ansia - prosegue la dottoressa -. In particolare l'aereo: aria condizionata per ore e il disagio che deriva dall'indossare una mascherina per lunghi periodi".

Zhang Kenny / Unsplash
Continueremo a dover indossare mascherine ancora per un po'Zhang Kenny / Unsplash

Non c'è da sorprendersi se si osserva già una crescita della popolarità di "stayvacation" (vacanze nella città di residenza), viaggi in camper o altri tipi di vacanze vicino a casa.

Il settore del turismo spera nei vaccini

Luoghi di cultura, teatri, ristoranti, bar, musei hanno sofferto particolarmente nell'ultimo anno, alcuni hanno dovuto chiudere. Gli altri incrociano le dita perché le folle tornino il prima possibile. Ma sarà proprio così?

Secondo quest'articolo del National Geographic, il distanziamento fisico ha rimodellato le nostre paure, e finché non si sarà raggiunta l'immunità di gregge, le misure di protezione sono destinate a rimanere. 

Negli ultimi tempi, la questione dei vaccini legati ai viaggi è molto d'attualità, in particolare la questione dei passaporti vaccinali. Queste certificazioni però sono legate a come avanza la vaccinazione nei vari paesi.

La dottoressa McKeown ci ricorda che "Recentemente c'è stata una battuta d'arresto in alcuni paesi europei nella vaccinazioni, per via di alcuni timori che il vaccino AstraZeneca avesse gravi effetti collaterali. La questione è complicata, perché se da un lato era necessario trovare il tempo di affrontare queste preoccupazioni in modo appropriato, dall'altro ci sono stati ritardi in alcune parti d'Europa nella diffusione dei vaccini".

Per quanto riguarda i passaporti vaccinali, c'è chi fa notare che la richiesta di questi documenti per i viaggi e l'ingresso nei luoghi pubblici potenzialmente viola la libertà di scelta, in particolare per chi non vuole o non può vaccinarsi per ragioni personali o di salute.

Vacanze a parte, il dilemma per le autorità è come giustificare le limitazioni a viaggiare per motivi personali, di salute e di lavoro.

È normale sentirsi stressati

Vale la pena ricordare che abbiamo vissuto una delle esperienze più difficili nella storia dell'umanità. È del tutto normale sentirsi un po' "schiacciati" da tutto quel che sta accadendo. 

Il ritorno ai viaggi significherà il ritorno alla folla, alle interazioni umane, condividere alloggio e trasporti, un'idea che può mettere a disagio alcuni. Ma è anche il ritorno a nuove esperienze, avventure, incontri e scoperta di terre inesplorate.

Il mondo è ancora in sospeso. C'è il tempo di restare ancora un po' nella propria comfort zone, e vivere un'avventura alla volta.

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