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L'Ue vuole formalizzare il codice di condotta contro la disinformazione online

I commissari europei Margrethe Vestager e Thierry Breton durante una conferenza sul Digital Services Act.
I commissari europei Margrethe Vestager e Thierry Breton durante una conferenza sul Digital Services Act. Diritti d'autore Olivier Matthys/Copyright 2020 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Olivier Matthys/Copyright 2020 The AP. All rights reserved
Di Cynthia Kroet
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Bruxelles ritiene che il codice di condotta adottato nel 2022 dalle piattaforme online per combattere la disinformazione dovrebbe essere inserito formalmente nella normativa sui servizi digitali (Dsa)

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In un relazione pubblicata lunedì 29 luglio il comitato europeo per i servizi digitali ha proposto che il codice di buone pratiche sulla disinformazione, implementato dalle principali piattaforme online, venga inserito formalmente all'interno della normativa sui servizi digitali (Dsa) dell'Ue. Il comitato, composto dai coordinatori dei servizi digitali degli Stati membri, "esorta i firmatari a procedere rapidamente" con l'adozione del codice formale.

Il codice di buone pratiche sulla disinformazione è stato adottato nel 2022 ed è stato sottoscritto su base volontaria da 34 aziende, tra cui Meta, Microsoft e TikTok. Contiene 44 impegni e 128 misure specifiche, come la trasparenza della pubblicità politica e la responsabilizzazione degli utenti: al momento non è stato formalmente approvato dalla Commissione. Secondo la relazione la conversione in un codice di condotta formale lo renderà parte del quadro di coregolamentazione della Dsa.

Nel rapporto si legge che "in considerazione dell'importante valore aggiunto del codice per quanto riguarda l'attenuazione dei rischi sistemici, la Commissione ritiene fondamentale una rapida conversione del codice, con l'obiettivo di portare a termine questo processo nei prossimi mesi".

Nessun incidente di rilievo durante le elezioni europee

Quella del 29 luglio è la prima relazione da quando la Dsa è diventata applicabile alle maggiori piattaforme nell'agosto dello scorso anno e a tutte le piattaforme nel febbraio 2024. Il documento contiene anche un'analisi delle misure adottate in occasione delle elezioni europee di giugno.

Con la Dsa la Commissione dispone di un quadro di riferimento per valutare le misure adottate dalle piattaforme per eliminare i contenuti illegali volti a influenzare i processi elettorali. Secondo la relazione non si sono verificati "incidenti gravi o sistemici" che abbiano disturbato il voto. "Il livello di incidenti è stato in linea con le aspettative e i preparativi e la risposta coordinata hanno dato i loro frutti", si legge nel documento.

Le piattaforme online sono giunte a conclusioni simili nei rapporti pubblicati nei mesi precedenti. Meta ha affermato , ad esempio, che le minacce si sono concentrate soprattutto sulle elezioni locali piuttosto che su quelle dell'Ue. La Commissione ha dichiarato che ora monitorerà la conformità delle piattaforme in occasione delle prossime elezioni nazionali, regionali e locali.

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