Ppe, S&D, Renew e Verdi chiedono a von der Leyen di rivedere la proposta di bilancio Ue da 2.000 miliardi. Critiche su fondi e poteri del Parlamento
Quattro dei principali gruppi politici del Parlamento europeo — tra cui il Partito popolare europeo (Ppe) — hanno inviato una lettera congiunta alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, chiedendo una revisione profonda della proposta di bilancio dell’Ue per il periodo 2028–2034, del valore di quasi 2.000 miliardi di euro.
La lettera, visionata da Euronews, è stata cofirmata dai capigruppo e dai relatori per il bilancio di Ppe, Socialisti e Democratici (S&D), Renew Europe e Verdi/Efa.
Si tratta di un fronte politico ampio che include i tre partiti (Ppe, S&D e Renew) che formano la coalizione centrista a sostegno della Commissione von der Leyen a Bruxelles. I loro voti saranno decisivi per l’approvazione del bilancio pluriennale, noto formalmente come Quadro finanziario pluriennale (Qfp), che richiede il via libera sia del Parlamento europeo sia dei 27 Stati membri.
“Il Parlamento non può accettarlo come base di negoziato”
Nel documento, gli eurodeputati affermano che “il Parlamento europeo non può accettarlo come base per l’avvio dei negoziati”, esprimendo dure critiche verso la proposta della Commissione, ancora nelle sue fasi iniziali.
La lettera elenca sette richieste chiave, tra cui:
- la revisione del sistema di cassa unica per Stato membro;
- la separazione dei fondi per agricoltura e coesione, invece di fonderli come previsto;
- la garanzia del ruolo del Parlamento europeo nei futuri negoziati sul bilancio.
Uno dei punti più contestati riguarda i nuovi “Piani di partenariato nazionali e regionali”, che assorbirebbero quasi la metà dei fondi europei. Secondo i firmatari, il nuovo schema rischia di centralizzare eccessivamente il bilancio, riducendo il ruolo delle regioni e del Parlamento e consegnando più potere alla Commissione e ai governi nazionali.
“La proposta porterà alla frammentazione, alla de-solidarizzazione e al finanziamento di 27 piani nazionali eterogenei”, si legge nella lettera.
“I piani nazionali rafforzerebbero i governi che si allontanano dai valori dell’UE”, ha dichiarato a Euronews Fabienne Keller, relatrice ombra del bilancio per Renew Europe.
Fondi agricoli e coesione: “Devono restare distinti”
Altro nodo cruciale è la fusione dei fondi agricoli e di coesione, che i deputati chiedono di mantenere separati.
“Mettere insieme queste politiche diluisce il loro ruolo distinto”, affermano nella lettera. “Bilanci dedicati per ogni politica garantirebbero maggiore prevedibilità e certezza per i beneficiari”.
Nel precedente bilancio pluriennale, i fondi per coesione e agricoltura rappresentavano la quota più consistente delle spese Ue e restano temi altamente sensibili. Nella nuova proposta, invece, la Commissione ha deciso di ridurre la percentuale destinata a questi due pilastri, privilegiando sicurezza e difesa, considerate nuove priorità politiche.
“Gli importi destinati alla Pac e alla Politica di coesione rappresentano una riduzione sostanziale in termini reali”, avvertono i deputati. “Un bilancio forte non deve costringere i nostri agricoltori a competere con le regioni per ottenere i fondi Ue”, ha dichiarato Siegfried Mureşan (Ppe, Romania), relatore principale del dossier.
Prossimi passi e tensioni politiche
Il Parlamento europeo discuterà il bilancio in sessione plenaria il 12 novembre a Bruxelles. Non è ancora chiaro se il dibattito porterà a una risoluzione formale, ma una bocciatura politica della proposta rischierebbe di rallentare i negoziati tra Parlamento, Consiglio e Commissione, che dovrebbero durare fino alla fine del 2027.
La Commissione difende la proposta
La Commissione europea ha difeso la propria linea, pur ammettendo di essere aperta a “scambi costruttivi” con eurodeputati e governi. All’inizio del mese, il vicepresidente Raffaele Fitto aveva segnalato ai rappresentanti regionali che Bruxelles era pronta a introdurre alcune modifiche, ma la Commissione ha successivamente chiarito di non voler commentare singoli elementi della proposta.
In ambienti interni, alcuni funzionari hanno espresso sorpresa per la durezza del contraccolpo parlamentare, attribuendolo anche alla pressione di lobby esterne e gruppi di interesse.
Von der Leyen, nel presentare il piano a luglio, aveva sottolineato la necessità di flessibilità dopo cinque anni di crisi — dalla pandemia alla guerra in Ucraina, fino alla sfida della competitività europea. Con il 90 per cento dei fondi già vincolato a programmi esistenti, la Commissione ha dovuto creare strumenti straordinari, come lo Strumento per l’Ucraina e i prestiti Safe per la difesa, per rispondere alle emergenze più recenti.
Jorge Liboreiro ha contribuito a questo servizio.