Cittadini chiamati al voto per i cinque quesiti referendari su lavoro e cittadinanza. I referendum sono abrogativi e per essere approvati è necessario il voto di almeno il 50 per cento più uno degli aventi diritto
Domenica 8 e lunedì 9 giugno, i cittadini sono chiamati alle urne per votare su cinque referendum abrogativi. Questo appuntamento elettorale coincide con le elezioni amministrative in diverse regioni e comuni italiani.
I referendum, proposti da organizzazioni sindacali e civiche, toccano temi che hanno generato dibattito politico negli ultimi anni, in particolare la riforma del mercato del lavoro e le politiche di accoglienza e integrazione dei migranti.
Per far sì che i referendum siano validi, è necessario raggiungere un quorum: deve votare almeno il 50% più uno degli aventi diritto.
Le operazioni di voto si svolgeranno dalle 7:00 alle 23:00 di domenica e dalle 7:00 alle 15:00 di lunedì. Una novità importante riguarda la possibilità di votare fuori dal proprio comune di residenza: per la prima volta, chi si trova altrove per motivi di studio, lavoro o salute da almeno tre mesi non dovrà rientrare per esercitare il proprio diritto di voto. Per i cittadini all'estero, resta valida la possibilità di richiedere il voto per corrispondenza.
Alle 19 con quasi tutte le sezioni verificate, l'affluenza si assesta quasi al 16 per cento.
Ecco di seguito il dettaglio degli dei cinque quesiti e cosa succede se passa il sì.
Quesito n. 1 - Contratto di lavoro a tutele crescenti – Disciplina dei licenziamenti illegittimi: Abrogazione
Quesito n. 2 - Piccole imprese – Licenziamenti e relativa indennità: Abrogazione parziale