Seggi aperti domenica e lunedì per i cinque referendum abrogativi. Ecco in dettaglio cosa prevede il primo quesito "Contratto di lavoro a tutele crescenti – Disciplina dei licenziamenti illegittimi: Abrogazione" e cosa succede se passa il sì
Domenica 8 e lunedì 9 giugno i cittadini italiani aventi diritto di voto sono chiamati alle urne per esprimere la propria opinione su cinque referendum.
Promossi da organizzazioni sindacali e civiche, i cinque referendum riguardano la riforma del mercato del lavoro e l'accoglienza e l'integrazione dei migranti in Italia.
Si tratta di quesiti abrogativi di norme esistenti e per essere validi i referendum devono raggiungere il quorum: deve votare almeno il 50 per cento più uno degli aventi diritto. Le urne saranno aperte dalle 7 alle 23 di domenica e dalle 7 alle 15 di lunedì.
Cosa prevede il primo quesito del referendum
"Volete voi l’abrogazione del d.lgs. 4 marzo 2015, n. 23, come modificato dal d.l. 12 luglio 2018, n. 87, convertito con modificazioni dalla L. 9 agosto 2018, n. 96, dalla sentenza della Corte costituzionale 26 settembre 2018, n. 194, dalla legge 30 dicembre 2018, n. 145; dal d.lgs. 12 gennaio 2019, n. 14, dal d.l. 8 aprile 2020, n. 23, convertito con modificazioni dalla L. 5 giugno 2020, n. 40; dalla sentenza della Corte costituzionale 24 giugno 2020, n. 150; dal d.l. 24 agosto 2021, n. 118, convertito con modificazioni dalla L. 21 ottobre 2021, n. 147; dal d.l. 30 aprile 2022, n. 36, convertito con modificazioni dalla L. 29 giugno 2022, n. 79 (in G.U. 29/06/2022, n. 150); dalla sentenza della Corte costituzionale 23 gennaio 2024, n. 22; dalla sentenza della Corte costituzionale del 4 giugno 2024, n. 128, recante “Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183” nella sua interezza?", recita il primo quesito del referendum dell'8 e 9 giugno.
Stampato su scheda verde chiaro, riguarda il cosiddetto Jobs Act e chiede di votare l’abrogazione o meno la parte della legge che contiene la disciplina sui licenziamenti previsti dal contratto a tutele crescenti, introdotto nel 2015 e già oggetto di varie sentenze e interpretazioni della magistratura.
Votando SI, si permette il reintegro del lavoratore licenziato illegittimamente, che a causa della cancellazione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori oggi non ne ha diritto.
Votando NO questa parte del Jobs Act rimane invariata e il reintegro del dipendente in azienda può avvenire solo quando c'è stato un licenziamento discriminatorio, per ragioni legate a idee politiche o religiose, durante la maternità o il congedo matrimoniale o viene intimato solo verbalmente, oppure per licenziamento disciplinare ingiustificato. Nel altri casi resta valido l'indennizzio economico.
Ecco di seguito il dettaglio degli altri quesiti.
Quesito n. 2 - Piccole imprese – Licenziamenti e relativa indennità: Abrogazione parziale