Newsletter Newsletters Events Eventi Podcasts Video Africanews
Loader
Seguiteci
Pubblicità

Trump: “Colpita l’area dove caricano la droga”, nuove tensioni con il Venezuela

FILE: Membri della Milizia Bolivariana partecipano a una manifestazione governativa a Caracas, 15 dicembre 2025
FILE: Membri della Milizia Bolivariana partecipano a una manifestazione governativa a Caracas, 15 dicembre 2025 Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Euronews
Pubblicato il
Condividi Commenti
Condividi Close Button

Donald Trump conferma un attacco statunitense contro una struttura costiera legata al narcotraffico. Pochi dettagli sull’operazione, mentre cresce l’escalation militare Usa contro i cartelli della droga

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato lunedì che Washington ha colpito una struttura a terra utilizzata per “caricare” imbarcazioni presumibilmente impiegate nel contrabbando di droga, senza però fornire dettagli precisi sull’operazione né confermarne ufficialmente la localizzazione.

Trump sembra aver confermato l’attacco durante quella che appariva come un’intervista radiofonica informale avvenuta venerdì. Interpellato nuovamente dai giornalisti lunedì su una presunta “esplosione in Venezuela”, il presidente ha affermato che gli Stati Uniti hanno preso di mira un’area portuale legata alle attività del narcotraffico.

“C’è stata una forte esplosione nella zona del molo dove caricano le barche con la droga”, ha dichiarato Trump mentre incontrava in Florida il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. “Caricano le imbarcazioni con la droga, quindi abbiamo colpito tutte le barche e poi abbiamo colpito l’area. È il luogo in cui operano. E ora non esiste più”.

Il presidente ha rifiutato di chiarire se l’operazione sia stata condotta dalle forze armate statunitensi o dalla Cia, né ha voluto confermare con esattezza dove si trovasse la struttura. “So perfettamente chi è stato, ma non voglio dire chi è stato. Posso solo dire che era lungo la costa”, ha aggiunto.

L’attacco rappresenta una chiara escalation nella strategia dell’amministrazione Trump contro il narcotraffico. In precedenza, le operazioni militari statunitensi si erano concentrate quasi esclusivamente su imbarcazioni intercettate in acque internazionali, nei Caraibi e nell’Oceano Pacifico orientale.

Proprio lunedì, l’esercito degli Stati Uniti ha condotto un ulteriore attacco contro una presunta imbarcazione di narcotrafficanti nel Pacifico orientale, uccidendo due persone. Secondo i dati diffusi dall’amministrazione Trump, dall’inizio di settembre almeno 107 persone sarebbero rimaste uccise in 30 operazioni contro il traffico di droga.

“Li abbiamo colpiti molto duramente”

Trump aveva accennato per la prima volta all’attacco venerdì scorso durante una telefonata con il conduttore radiofonico John Catsimatidis, in diretta su Wabc, mentre discuteva delle operazioni statunitensi contro le imbarcazioni sospettate di trasportare stupefacenti.

“Non so se avete letto o visto, hanno un grande impianto, una grande struttura da cui partono le navi”, aveva detto il presidente. “Due notti fa l’abbiamo messa fuori uso. Li abbiamo colpiti molto duramente”.

A differenza di altri raid, solitamente annunciati pubblicamente dal segretario alla Difesa Pete Hegseth o dagli account social delle forze armate statunitensi, sull’attacco alla struttura a terra non è stato diffuso alcun comunicato ufficiale.

Lunedì il Pentagono ha rimandato ogni richiesta di chiarimenti alla Casa Bianca. L’ufficio stampa presidenziale non ha risposto immediatamente alle domande dei media, mentre il governo venezuelano non ha rilasciato commenti ufficiali sull’accaduto.

Da mesi Trump lascia intendere la possibilità di estendere le operazioni militari statunitensi anche a obiettivi terrestri in Sud America, potenzialmente in Venezuela o in altri Paesi della regione. Nelle scorse settimane aveva dichiarato che gli Stati Uniti sarebbero passati dagli attacchi in mare a operazioni di terra “molto presto”.

A ottobre, il presidente ha inoltre confermato di aver autorizzato operazioni segrete della Cia in Venezuela.

Parallelamente agli attacchi, Washington ha rafforzato la propria presenza militare nella regione, dispiegando navi da guerra, aumentando le forze sul campo, sequestrando due petroliere e inseguendone una terza.

L’amministrazione Trump sostiene di trovarsi in uno stato di “conflitto armato” con i cartelli della droga, con l’obiettivo dichiarato di interrompere i flussi di stupefacenti diretti verso gli Stati Uniti.

Il presidente venezuelano Nicolás Maduro, dal canto suo, accusa Washington di usare la lotta al narcotraffico come pretesto per tentare di destabilizzare il suo governo e rimuoverlo dal potere.

Risorse addizionali per questo articolo • AP

Vai alle scorciatoie di accessibilità
Condividi Commenti

Notizie correlate

Maduro vuole criminalizzare il sequestro delle petroliere che commerciano con il Venezuela

Venezuela, protesta in moto dei sostenitori del governo a Caracas contro l’ingerenza degli USA

Venezuela celebra la libertà nel Giorno dei Santi Innocenti con Bandos e Parrandas