Seggi aperti domenica e lunedì per i cinque referendum abrogativi. Ecco in dettaglio cosa prevede il secondo quesito "Piccole imprese – Licenziamenti e relativa indennità: Abrogazione parziale" e cosa succede se passa il sì
Domenica 8 e lunedì 9 giugno i cittadini italiani aventi diritto di voto sono chiamati alle urne per esprimere la propria opinione su cinque referendum.
Promossi da organizzazioni sindacali e civiche, i cinque referendum riguardano la riforma del mercato del lavoro e l'accoglienza e l'integrazione dei migranti in Italia.
Si tratta di quesiti abrogativi di norme esistenti e per essere validi i referendum devono raggiungere il quorum: deve votare almeno il 50 per cento più uno degli aventi diritto. Le urne saranno aperte dalle 7 alle 23 di domenica e dalle 7 alle 15 di lunedì.
Cosa prevede il secondo quesito del referendum
"Volete voi l’abrogazione dell’articolo 8 della legge 15 luglio 1966, n. 604, recante “Norme sui licenziamenti individuali” come sostituito dall’art. 2, comma 3, della legge 11 maggio 1990, n. 108, limitatamente alle parole: , “compreso tra un” , alle parole “ed un massimo di 6” e alle parole “La misura massima della predetta indennità può essere maggiorata fino a 10 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai dieci anni e fino a 14 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai venti anni, se dipendenti da datore di lavoro che occupa più di quindici prestatori di lavoro.”?", recita il secondo quesito del referendum dell'8 e 9 giugno.
Stampato su scheda arancione, riguarda l'indennità di licenziamento illegittimo dei dipendenti nelle piccole imprese, che attualmente non può superare le sei mensilità.
Votando SI tale limite verrà rimosso e il risarcimento potrà essere più consistente. Votando NO resta l'indennità di massimo sei mesi.
Ecco di seguito il dettaglio degli altri quesiti.
Quesito n. 1 - Contratto di lavoro a tutele crescenti – Disciplina dei licenziamenti illegittimi: Abrogazione