Seggi aperti domenica e lunedì per i cinque referendum abrogativi. Ecco in dettaglio cosa prevede il primo quesito sulla cittadinanza italiana e cosa succede se passa il sì
Domenica 8 e lunedì 9 giugno i cittadini italiani aventi diritto di voto sono chiamati alle urne per esprimere la propria opinione su cinque referendum.
Promossi da organizzazioni sindacali e civiche, i cinque referendum riguardano la riforma del mercato del lavoro e l'accoglienza e l'integrazione dei migranti in Italia.
Si tratta di quesiti abrogativi di norme esistenti e per essere validi i referendum devono raggiungere il quorum: deve votare almeno il 50 per cento più uno degli aventi diritto. Le urne saranno aperte dalle 7 alle 23 di domenica e dalle 7 alle 15 di lunedì.
Cosa prevede il quinto quesito del referendum
"Volete voi abrogare l’articolo 9, comma 1, lettera b), limitatamente alle parole “adottato da cittadino italiano” e “successivamente alla adozione”; nonché la lettera f), recante la seguente disposizione: “f) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica.” , della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante “Nuove norme sulla cittadinanza”?", recita il quinto quesito del referendum dell'8 e 9 giugno.
Stampato su scheda gialla, riguarda la concessione della cittadinanza italiana agli stranieri. Propone di dimezzare il periodo di residenza legale in Italia, fissato dall'art.9 della legge 91 del 1992, dopo il quale un cittadino extra-Ue ha diritto di presentare richiesta di cittadinanza italiana.
Votando SI il periodo di residenza richiesto passa da 10 a 5 anni. Votando NO resta il requisito minimo attuale.
Ecco di seguito il dettaglio degli altri quesiti.
Quesito n. 1 - Contratto di lavoro a tutele crescenti – Disciplina dei licenziamenti illegittimi: Abrogazione
Quesito n. 2 - Piccole imprese – Licenziamenti e relativa indennità: Abrogazione parziale