Italiani chiamati a votare sì o no a quattro quesiti referendari abrogativi su precariato e sicurezza del lavoro e a uno sulle condizioni per diventare cittadini italiani. Si vota dalle 7 alle 23 di domenica e dalle 7 alle 15 di lunedì
Cittadini chiamati al voto domenica 8 e lunedì 9 giugno su cinque referendum in concomitanza con le elezioni amministrative in diverse Regioni e comuni d'Italia.
I referendum sono stati promossi da organizzazioni sindacali e civiche e riguardano temi che hanno diviso la politica negli ultimi anni, vale a dire la riforma del mercato del lavoro e l'accoglienza e l'integrazione dei migranti nel nostro Paese.
Si tratta di quesiti abrogativi di norme esistenti. Al di là dei "SI" e dei "NO" in termini assoluti, per essere validi i referendum devono raggiungere un quorum: deve votare almeno il 50 per cento più uno degli aventi diritto.
Si potrà votare dalle 7 alle 23 di domenica e dalle 7 alle 15 di lunedì. Per la prima volta chi si trova da almeno tre mesi fuori dal proprio comune di residenza per motivi di studio, di lavoro o medici, non dovrà tornare a casa per votare (chi è all'estero può fare domanda di voto per corrispondenza).
Quali sono i 5 referendum per cui si vota a giugno
Ecco i cinque quesiti referendari nel dettaglio. Quattro (scheda verde, scheda arancione, scheda grigia, scheda rossa) riguardano i contratti di lavoro e uno (scheda gialla) la cittadinanza italiana.
Quesito n. 1 - Abrogazione: Contratto di lavoro a tutele crescenti - Disciplina dei licenziamenti illegittimi
Il primo referendum è quello sulla scheda verde. Riguarda il cosiddetto Jobs Act e chiede di votare l’abrogazione o meno di una parte della legge, quella che contiene la disciplina sui licenziamenti previsti dal contratto a tutele crescenti, introdotto nel 2015 e già oggetto di varie sentenze e interpretazioni della magistratura.
- Votando SI si permette il reintegro del lavoratore licenziato illegittimamente, che ad oggi non ne ha diritto (a causa della cancellazione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori).
- Votando NO questa parte del Jobs Act rimane invariata.
Quesito n. 2 - Abrogazione parziale: Piccole imprese - Licenziamenti e relativa indennità
il secondo referendum è sulla scheda arancione. Con la normativa attuale, l'indennità di licenziamento illegittimo nelle piccole imprese non può superare le sei mensilità.
- Votando SI tale limite verrà rimosso e il risarcimento potrà essere più consistente.
- Votando NO resta l'indennità di massimo sei mesi.
Quesito n. 3 - Abrogazione parziale: Norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi
Il terzo referendum è sulla scheda grigia. Ci si deve esprimere sulla possibilità per le aziende di assumere con contratti a tempo determinato. Si propone di reintrodurre l’obbligo di indicare il motivo per cui si intende utilizzare tale contratto (e non uno più lungo) anche per i contratti di lavoro inferiori a 12 mesi, per garantire una maggiore tutela ai lavoratori precari.
- Votando SI si reintroduce la causale per i contratti di lavoro sotto i 12 mesi.
- Votando NO la normativa rimane quella vigente.
Quesito n. 4 - Abrogazione: Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell'appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell'attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici
Il quarto quesito è sulla scheda rossa. Si intende ampliare la responsabilità dell’azienda che commissiona un appalto, che attualmente riguarda solo i rischi generici, per includere gli infortuni legati specificamente al tipo di lavoro svolto.
Si pensi alle morti nei cantieri edili.
Il referendum punta all’abrogazione della norma che esclude la responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni e incidenti di questo tipo.
- Votando SI si vuole la responsabilità di tutti per infortuni e incidenti del lavoratore.
- Votando NO le responsabilità del committente restano limitate.
Quesito n. 5 - Abrogazione parziale: Cittadinanza italiana - Dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana
Il quinto quesito si trova sulla scheda gialla. Propone di dimezzare il periodo di residenza legale in Italia, fissato dall'art.9 della legge 91 del 1992, dopo il quale un cittadino extra-Ue ha diritto di presentare richiesta di cittadinanza italiana.
- Votando SI il periodo di residenza richiesto passa da 10 a 5 anni.
- Votando NO resta il requisito minimo attuale.