Nel 2024 il sorpasso: dieci per cento dell'energia generata dal carbone, undici dal solare. Ma la dipendenza dalla Cina mette a rischio gli investimenti e un trend di crescita particolarmente positivo
La miniera di Heusden-Zolder, nella provincia del Limburgo nel Belgio nord-orientale, è stata l'ultimo impianto di estrazione del carbone a chiudere nei Paesi del Benelux. Lì dove prima c'era la discarica in cui venivano gettati gli scarti degli scavi, è stato creato un parco solare da 25mila pannelli.
"Dopo la chiusura di Heusden-Zolder nel 1992, quell'area non è stata più utilizzata. Il Gruppo Machiels e Lrm ha deciso allora di sviluppare un grande impianto solare su questo sito, per dare un senso a un terreno inutilizzato", spiega a Euronews Dries Van Hooydonk, responsabile energia del Gruppo Machiels.
"La costruzione risale al 2008. Oggi il parco produce cinque gigawatt/ora di elettricità verde ogni anno", aggiunge.
Dove prima c'erano rifiuti minerari, oggi ci sono le pecore che brucano erba.
Il solare sempre più centrale nel mix energetico europeo
Heusden-Zolder non è un caso isolato: per la prima volta, il sole ha superato il carbone nel mix elettrico europeo nel 2024, secondo un recente rapporto del think tank Ember.
La quota delle rinnovabili in Europa è arrivata al 47 per cento nel 2024, in aumento rispetto al 34 per cento del 2019.
Il nucleare rimane la principale fonte di produzione elettrica, seguito da eolico, gas e idroelettrico.
Nel 2024, l'undici per cento dell'energia nell'Ue è stato generato dal sole e quasi il dieci per cento dal carbone.
Le rinnovabili sono più convenienti per l'Europa
La maggior parte dei Paesi dell'Ue ha già voltato pagina, portando il carbone sotto il cinque per cento del loro mix energetico.
A tenere ancora relativamente alte le cifre della fonte fossile sono la Germania (39 per cento) e la Polonia (34 per cento), che producono da sole quasi tre quarti dell'elettricità di questo genere in Europa.
Al contrario, il solare è in aumento in tutti i Paesi europei,** guidati dall'Ungheria, dove il 25 per cento dell'energia è generata con il solare. Seguono la Grecia (22 per cento) e la Spagna (21 per cento).
"Oltre alla transizione energetica, la marginalizzazione dei combustibili fossili a vantaggio delle rinnovabili è fondamentale per la sicurezza europea, dal momento che è prodotta localmente e non importata da Paesi terzi", ha dichiarato a Euronews Walburga Hemetsberger, direttore generale di SolarPower Europe
"Inoltre, investire in questo campo giova alla competitività: si tratta di una forma d'energia più conveniente", ha aggiunto Hemetsberger.
Sovvenzioni cinesi
Tuttavia, ci potrebbero essere degli stop all'orizzonte. Il mercato europeo è invaso da pannelli solari cinesi, pesantemente incentivati da Pechino.
"Il 90 per cento dei pannelli oggi proviene dalla Cina. Negli ultimi anni abbiamo lavorato con la Commissione europea per riportare la produzione in Europa", ha dichiarato Walburga Hemetsberger a Euronews.
"È importante per l'Europa diversificare i fornitori. Produrre di nuovo in Europa, ma anche trovare altri partner all'infuori di Pechino", aggiunge.
Un'altra sfida è quella di migliorare la capacità di accumulo e la flessibilità elettrica, per sfruttare al meglio una fonte d'energia che è pur sempre intermittente.
La rotta è stata tracciata. L'Ue punta al 42,5 per cento di rinnovabili entro il 2030. L'obiettivo è quello di raggiungere la neutralità delle emissioni entro il 2050.