La miniera "ecologica" di Kiruna

La città di Kiruna, circa 200 chilometri oltre il Circolo polare artico
La città di Kiruna, circa 200 chilometri oltre il Circolo polare artico Diritti d'autore Euronews
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Di Isabel Marques da Silva
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Nel nord della Svezia si estrae il ferro utilizzando idrogeno verde per separarlo dall'ossigeno e azzerando le emissioni climalteranti

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È la miniera sotterranea di mineralI ferrosi più grande del mondo e li estrae limitando le emissioni di carbonio. Nella città svedese di Kiruna, la società svedese Lkab ha scommesso sull'idrogeno verde, quello ottenuto senza combustibili fossili.

La miniera "ecologica"

Da Kiruna arriva circa l'80% di tutti i mineralI ferrosi dell'Unione Europea, che sono fondamentali nella composizione dell'acciaio e possono essere decisivi nella transizione ecologica grazie anche a una nuova tecnologia produttiva, come spiega la ricercatrice dell'azienda Susanne Eriksson Rostmark.

"I frammenti di minerale sono costituiti sia da ferro che da ossigeno. Per rimuovere l'ossigeno, oggi si utilizza il carbonio, che con esso si lega, formando l'andidride carbonica. Ma in questo nuovo processo si utilizzerà l'idrogeno, che rimuove l'ossigeno producendo soltanto vapore acqueo. Quindi è una produzione totalmente priva di emissioni climalteranti".

Il Fondo europeo per l'innovazione ha contribuito a questo progetto con 143 milioni di euro. Ma per l'azienda Lkab, l'Unione dovrebbe investire di più per superare la concorrenza nel settore di Cina e Stati Uniti. A Kiruna è stato infatti appena scoperto il più grande giacimento europeo di terre rare: almeno un milione di tonnellate.

Investimenti necessari

Saranno necessari cospicui investimenti per estrarre questi materiali, cruciali nella fabbricazione di veicoli elettrici e turbine eoliche. Il governo svedese, che ora detiene la presidenza del Consiglio dell'Unione, sembra avere le idee chiare in proposito, come afferma la sua ministra dell'Energia, delle Imprese e dell'Industria Ebba Busch.

"Ovviamente non siamo interessati a intraprendere una guerra commerciale con gli Stati Uniti, né ci interessa che i singoli Stati Membri ora facciano a gara per ricevere ancora più sussidi". 

"Tuttavia, dobbiamo trovare un modo in cui l'Unione Europea risponda in modo deciso ed efficace, assicurandoci che le nostre imprese e le nostre industrie ottengano migliori condizioni per raggiungere gli obiettivi prefissati. Penso che ciò sia possibile, ma saranno necessarie discussioni molto importanti con la Commissione e il Consiglio nei prossimi sei mesi".

La Commissione Europea presenterà a breve le sue proposte per un piano industriale verde, una revisione delle regole sugli aiuti di Stato e un nuovo Fondo comunitario finalizzato a sostenere gli investimenti pubblici nel settore. Boccate d'ossigeno a lungo attese per le imprese del continente e per gli obiettivi del Green Deal.

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