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Il nuovo commissario lituano Kubilius: "Priorità all'allargamento"

Andrius Kubilius in una foto del febbraio 2024
Andrius Kubilius in una foto del febbraio 2024 Diritti d'autore Genevieve ENGEL/União Europeia 2024/Parlamento Europeo
Diritti d'autore Genevieve ENGEL/União Europeia 2024/Parlamento Europeo
Di Jack SchicklerAndrea Barolini
Pubblicato il
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

L'UE dovrebbe dare priorità all'allargamento a nuovi Paesi, secondo il nuovo commissario lituano Kubilius, che punta ad un mandato legato a tale aspetto

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L'Unione europea dovrebbe dare priorità all'allargamento, nei prossimi cinque anni. Se necessario permettendo all'Ucraina, devastata dalla guerra, di diventare Paese membro seguendo più fasi. A dichiararlo a Euronews è il prossimo commissario europeo della Lituania, Andrius Kubilius, europarlamentare che in passato ha ricoperto due volte il ruolo di primo ministro nel proprio Paese.

Secondo il politico della Repubblica baltica, abbiamo di fronte a noi l'opportunità geopolitica di ritornare alla filosofia dei primi anni Duemila, quando entrarono nell'UE dieci nuovi Paesi in una sola volta. Citando l'esperienza del suo Paese in materia di sicurezza, tenuto conto della vicinanza geografica alla Russia, Kubilius ha spiegato che sta puntando "a un incarico legato all'allargamento o alla difesa", suggerendo che potrebbe essere lui stesso a condurre i negoziati per le adesioni con governi come quelli di Kiev e Belgrado.

Le dichiarazioni giungono in un momento chiave per la formazione del nuovo organismo esecutivo che governerà l'UE nei prossimi cinque anni, che comprenderà un commissario per ciascuno dei 27 Stati membri. Una volta resa nota la lista dei candidati, prevista per la fine di questa settimana, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen dovrà assegnare loro un incarico.

Von der Leyen ha già promesso la creazione di un nuovo commissario alla Difesa, per dar corpo alla sua intenzione di procedere ad una nuova corsa al riarmo. Ma, con Paesi come l'Ucraina, la Moldavia e la Serbia in attesa di aderire, potrebbe anche fare dell'allargamento un elemento centrale del suo secondo mandato, proprio come la politica sui cambiamenti climatici lo è stata per il primo, ha osservato Kubilius.

La proposta di un'adesione graduale

"L'allargamento può essere il nuovo progetto di punta", ha spiegato, citando la necessità di "influenzare il modo in cui l'Unione europea vivrà nei prossimi 50 anni". Gli Stati baltici che hanno aderito nel 2004 hanno l'esperienza giusta, secondo lui. Kubilius era primo ministro proprio quando la Lituania iniziò i propri negoziati con Bruxelles, nel 2000.

L'allargamento dell'UE è passato in secondo piano negli ultimi tempi; nel 2014, l'anno successivo all'adesione della Croazia, il predecessore di von der Leyen, Jean-Claude Juncker, aveva spiegato che non ci sarebbero stati altri nuovi membri durante il suo mandato quinquennale. L'invasione russa in Ucraina ha però dato nuovo impulso in questo senso, e Kubilius ritiene che ora Bruxelles potrebbe essere più flessibile: a Euronews ha precisato che i Paesi più piccoli potrebbero aderire prima della grande Ucraina e che l'adesione potrebbe essere graduale.

"Ci sono anche alcune proposte secondo cui, prima di tutto, il Paese dovrebbe entrare nel mercato unico e poi procedere con tutti gli altri capitoli: la cosiddetta integrazione progressiva o graduale", ha aggiunto.

"Kiev deve fare tutte le sue riforme e noi dobbiamo assisterla nelle modalità di attuazione", ha aggiunto.

I problemi con la Cina, "Paese non democratico"

Come eurodeputato ha sostenuto la conclusione del nuovo allargamento entro il 2030, una scadenza che ammette essere ambiziosa. A suo avviso, ciò è giustificato sia da ragioni economiche che geopolitiche, e il recente scontro della Lituania con un'altra grande potenza dimostra che le due cose non possono essere sempre tenute separate.

Nel 2021, la Cina ha limitato le importazioni dalla Lituania a seguito di uno scontro diplomatico sullo status di Taiwan, che Pechino considera parte del proprio territorio. "Se si intrattengono relazioni economiche con un Paese che non è democratico - lo abbiamo fatto con la Russia, con la Bielorussia - dovremmo essere pronti a qualsiasi tipo di sviluppo, come abbiamo visto nel nostro commercio con la Cina", ha affermato.

L'embargo cinese del 2021 ha generato un caso presso l'Organizzazione mondiale del commercio e nuove misure sono state adottate in Europa per impedire ai Paesi terzi di esercitare coercizione politica attraverso la politica commerciale.

Kubilius, primo ministro dal 1999-2000 e dal 2008-2012, ha parteggiato per un atteggiamento molto duro con la Russia durante il suo mandato di europarlamentare, dove siede nei ranghi del Partito Popolare Europeo (PPE) di centro-destra. Ha definito la Russia uno Stato sostenitore del terrorismo e ha chiesto il sequestro di centinaia di miliardi di beni pubblici russi attualmente presenti in Europa.

Una scelta a sorpresa

Solo di recente è stato indicato come commissario per il suo Paese. Il ministro degli Esteri Gabrielius Landsbergis era accreditato per ricoprire il ruolo, fino a quando non è emerso che il presidente Gitanas Nausėda, un indipendente, avrebbe posto il proprio veto. Così, Kubilius ha dichiarato di aver ricevuto una telefonata dalla prima ministra Ingrida Šimonyte mentre era in bicicletta nel nord dell'Estonia: un tour che ha dovuto interrompere bruscamente.

Pur avendo le sue preferenze in materia di incarico nella Commissione, ammette che il suo governo o il suo partito potrebbero avere inclinazioni diverse. La decisione finale spetta in ogni caso a von der Leyen. Un ulteriore ostacolo potrebbe essere rappresentato dal Parlamento europeo, i cui membri potrebbero mettere in discussione la mancanza di equilibrio di genere quando voteranno per l'approvazione della Commissione.

Nonostante l'impegno della von der Leyen, le donne potrebbero finire per rappresentare solo sette dei 27 membri della Commissione. La Lituania - come ogni altro Stato membro dell'UE - ha ignorato la richiesta della von der Leyen di proporre nomi sia maschili che femminili per il ruolo di Commissario, cosa che Kubilius attribuisce alla complessità delle procedure interne: "Per noi anche solo nominare un candidato è complicato. Nominarne due, potrebbe essere impossibile".

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Il politico Lituano spera per questo che gli eurodeputati guardino al di là del genere e si concentrino sulla competenza, anche se riconosce che il risultato è incerto: "L'equilibrio di genere è molto importante, ma anche l'esperienza, il curriculum", ha detto.

"Che tipo di decisione verrà presa?", ha chiesto a proposito delle audizioni e del voto che si terranno probabilmente in autunno. "Si sa, la democrazia è la democrazia, non si può mai prevedere quale sarà il risultato".

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