NewsletterNewslettersEventsEventiPodcasts
Loader
Seguiteci
PUBBLICITÀ

Italia, “decreto carceri”: per Antigone "non servirà a risovere sovraffolamento e suicidi"

In buona parte delle carceri italiane, il tasso di sovrafollamento supera il 100 per cento
In buona parte delle carceri italiane, il tasso di sovrafollamento supera il 100 per cento Diritti d'autore Christophe Ena/AP
Diritti d'autore Christophe Ena/AP
Di Giorgia Orlandi
Pubblicato il
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

“Per anni sia negli Stati Uniti che in Europa si è ricorsi al populismo penale” secondo il coordinatore dell'Osservatorio carceri, Michele Miravalle. Per l'ong Antigone, amnistia e maggiore ricorso alle scarcerazioni anticipate sarebbero soluzioni più adatte

PUBBLICITÀ

Il "decreto carceri", approvato mercoledì alla Camera, continua a dividere l'Italia. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha chiesto un incontro con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha promulgato il testo giovedì, per discutere modifiche e misure applicative del provvedimento.

La maggioranza ha voluto la legge per risolvere le criticità del sistema carcerario italiano, tra cui il sovraffollamento e l'alto numero di suicidi.

“Per la prima volta vengono affrontati questi problemi dopo 15 anni di immobilismo dei governi di sinistra", dice a Euronews Pietro Pittalis, deputato di Forza Italia e vice presidente della commissione Giustizia della Camera.

"Questo avviene grazie a uno snellimento delle procedure burocratiche che consente a chi ha diritto alla scarcerazione anticipata di accedervi senza lungaggini burocratiche” chiarisce Pittalis, aggiungendo che sono previsti anche interventi per “un’umanizzazione della condizione carceraria” mediante il ricorso a misure alternative.

Tra gli altri aspetti chiave del decreto, secondo il deputato, “anche l’assunzione di mille unità del corpo di polizia” penitenziaria, una misura che va nella direzione di risolvere il problema del sovraffollamento, diventuto ormai “preoccupante” per Pittalis.

Il ministro Nordio ha auspicato "soluzioni a breve e medio termine" che passano in primo luogo da una maggiore copertura nell'organico dei giudici di sorveglianza e sulla modifica della custodia cautelare per evitare carcerazioni ingiustificate.

Italia, opposizione definisce il decreto carceri "punitivo"

Nel dibattito in aula alla Camera, la segretaria del Partito Democratico (Pd), Elly Schlein, ha parlato di “furia punitiva che acceca la maggioranza” e che non fa niente per risolvere il problema del sovraffollamento nel momento in cui vengono introdotti “oltre 20 reati nuovi”.

Il decreto ha suscitato aspre critiche anche da parte di Antigone, associazione nota per il suo Osservatorio sulle carceri che effettua visite di monitoraggio annuali negli istituti penitenziari italiani.

A fronte di un tasso di affollamento del 130 per cento e di 65 suicidi totali dall’inizio di quest’anno, Antigone sostiene che le nuove misure non siano sufficienti a incidere sulla qualità della vita in detenzione.

"Sarebbe stato negligente da parte di qualsiasi governo non intervenire” afferma Michele Miravalle, coordinatore nazionale dell’Osservatorio sulle carceri di Antigone. “Il problema è che si è scelto per calcolo politico un intervento non strutturale, che non cambierà la situazione”.

Osservatorio carceri Antigone: meglio amnistia e liberazione anticipata

Secondo Miravalle, si sarebbe potuto ricorrere all'amnistia, una soluzione che prevede l'annullamento della reclusione e a cui si è ricorsi l'ultima volta nel 2006, oppure a un maggiore accesso dei detenuti alla scarcerazione anticipata.

I numeri forniti da Antigone sono piuttosto significativi. In 56 dei 190 istituti penitenziari in Italia, il tasso di sovraffollamento supera il 150 per cento.

Ma il problema è anche europeo, come certificato dai dati per il 2023 del Consiglio d'Europa, secondo cui Belgio, Cipro, Francia, Romania, Slovenia e Ungheria oltre all'Italia sono alle prese con livello “severo” o “grave” di affollamento delle carceri.

Per molto tempo, sostiene ancora Miravalle, diversi Paesi sono ricorsi al cosiddetto “populismo penale”. “Negli Stati Uniti come in Europa, si è deciso che il diritto penale e i sistemi penitenziari dovessero risolvere problemi che non hanno nulla a che fare con il penale ma che sono soprattutto sociali" argomenta l'esponente di Antigone "come quelli delle tossicodipendenze, del disagio giovanile, della salute mentale e della povertà".

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Esplode trullo nel Brindisino: morto un uomo, la moglie è stabile

Francia, giornata di sciopero nelle carceri dopo l'attacco letale al furgone penitenziario

Emergenza carceri: tre suicidi in poche ore negli istituti penitenziari italiani