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Carceri: sovraffollamento al 130 per cento e 58 suicidi da inizio anno, la denuncia di Antigone

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carcere Diritti d'autore Petros Giannakouris/AP
Diritti d'autore Petros Giannakouris/AP
Di euronews
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Mentre al Senato si è discusso in queste ore il decreto-legge carceri e la maggioranza ha raggiunto un'intesa, la situazione negli istituti penitenziari italiani è critica: sovraffollamento al 130 per cento e già 58 suicidi da inizio anno sono i numeri che riporta il nuovo dossier di Antigone

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La situazione nelle carceri italiane è sempre più grave. Il tasso di sovraffollamento ha raggiunto il 130,4 per cento e continua l'emergenza suicidi: 58 persone si sono tolte la vita all'interno di un istituto penitenziario dall'inizio dell'anno.

Questi sono i numeri che emergono dal dossierpresentato il 23 luglio da Antigone, associazione che dal 1991 si occupa delle condizioni del sistema Penitenziario e penale italiano.

"Il sovraffollamento non è dovuto a cause naturali, ma è il frutto di politiche governative" dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone. In particolare, quelle promosse dall'attuale governo negli ultimi anni hanno portato a un aumento di presenze in carcere e a un inasprimento delle pene, essendo aumentate le fattispecie di reati punibili con la reclusione.

A questa situazione critica si somma il problema della mancanza di operatori, i quali faticano a farsi carico delle necessità dei detenuti per carenza di organico e formazione a volte inadeguata.

Nel frattempo, si è conclusa poche ore fa al Senato la discussione del decreto-legge carceri tra il ministro della Giustizia Carlo Nordio e la maggioranza. Al centro della riunione il contenuto dei sei emendamenti di Forza Italia che miravano ad alleggerire il sovraffollamento delle carceri.

"Abbiamo individuato alcune sintesi sugli emendamenti per una soluzione condivisa" riferisce la presidente della Commissione Giustizia, Giulia Bongiorno. Dalla seduta emerge che è stata trovata un'intesa politica sulla riformulazione in senso restrittivo degli emendamenti, che propongono una revisione delle misure su semilibertà, affidamento in prova e domiciliari.

Il ministro Nordio ha lasciato la riunione senza rilasciare dichiarazioni.

Questa decisione condivisa dalla maggioranza arriva dopo che ieri i senatori delle opposizioni hanno abbandonato i lavori della Commissione Giustizia. In questo modo, i loro 200 emendamenti presentati al decreto carceri sono stati considerati decaduti, mentre sono passati i 14 del governo.

La decisione delle opposizioni è stata una protesta contro il governo che, a detta loro, ha presentato insieme ai relatori altri 14 emendamenti senza dare loro il tempo di esaminarli, oltre ad aver sempre espresso pareri negativi a ogni loro proposta di modifica.

Il decreto dovrebbe approdare in Aula la prossima settimana e non si esclude il voto di fiducia. Ci sarà poi il passaggio alla Camera, in vista della conversione in legge prevista entro il 2 settembre.

Antigone denuncia condizioni critiche nelle carceri

"4.000 detenuti in più in solo 12 mesi, il livello di sovraffollamento raggiunto nelle carceri italiane è ormai ai livelli di guardia". Questi sono i dati che ha raccolto Antigone durante le 88 visite all'interno di vari istituti effettuate nell'ultimo anno.  

In 56 istituti penitenziari, il tasso di affollamento è superiore al 150 per cento e negli istituti di Milano San Vittore maschile e Brescia "Canton Mombello" si sfiora il 200 per cento. Il problema del sovraffollamento tocca per la prima volta anche gli istituti penali per minorenni.

"Un carcere sovraffollato è un luogo dove anche gli operatori fanno più fatica a lavorare, dove l'attenzione per le fragilità di molte persone detenute non riescono ad essere intercettate o seguite come meriterebbero" denuncia il presidente di Antigone.

Oltre a questa condizione di sovraffollamento, il 2024 sta registrando anche un record di suicidi tra le mura del carcere. Delle 58 persone che si sono tolte la vita da inizio anno, 22 suicidi sono avvenuti negli ultimi due mesi.

Se i numeri continuano a crescere con questo ritmo, entro la fine dell'anno verrà superato anche il primato negativo del 2022, dove i suicidi in carcere sono stati 85.

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A certificare uno scarso livello della qualità della vita e della dignità dei detenuti ci sono i ricorsi presentati dalle persone recluse e accolti dai tribunali di sorveglianza: degli oltre 8 mila ricorsi presentati nel 2023, oltre la metà è stata accolta.

Dal canto suo, Antigone ha avanzato quindici proposte per affrontare la situazione: dal consentire telefonate quotidiane, al dotare tutte le celle di ventilatori o aria condizionata e frigoriferi, all'assunzione di 1000 giovani mediatori culturali, altrettanti educatori, assistenti sociali e moltiplicare la presenza di psichiatri.

I detenuti si ribellano alle condizioni di disagio

Con l'arrivo dell'estate, le condizioni nelle carceri sono peggiorate. Celle bollenti, infestazioni di insetti e mancanza di acqua e luce sono solo alcune delle ragioni che hanno portato i detenuti di alcuni istituti a ribellarsi.

L’ultima protesta si è verificata questa notte nella Casa Circondariale di Venezia Santa Maria Maggiore. Quattro detenuti armati di spranghe di ferro hanno "messo a soqquadro il reparto d'appartenenza", sostiene Gennarino De Fazio, segretario generale della UILPA Polizia Penitenziaria.

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Il carcere di Venezia contiene complessivamente 245 detenuti a fronte di una capienza massima di 159 posti. A ciò si contrappone la penuria di personale che gestisce la struttura.

Anche nel carcere di Gorizia, nella notte precedente, è scoppiata una rivolta durante la quale un gruppo di detenuti ha dato fuoco ai materassi all'interno delle celle. Il bilancio è di una decina di intossicati, tra cui anche agenti della polizia penitenziaria.

"Le proteste a cui abbiamo assistito nelle ultime settimane sono causate da questo disagio profondo che si vive nelle carceri e dell'impossibilità di far fronte in maniera adeguata alle richieste urgenti che emergono dalla popolazione detenuta" sottolinea il presidente di Antigone.

Il Dl carceri non è la soluzione

Secondo quanto scrive Antigone nel dossier, per affrontare questa situazione occorrono provvedimenti urgenti che portino a ridurre notevolmente il sovraffollamento e a migliorare la qualità della vita nelle carceri.

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Ma questi provvedimenti non possono essere quelli minimalisti previsti nel Dl carceri discusso al Senato in questi giorni per la conversione in legge. Nemmeno l'edilizia penitenziaria è da considerarsi come una soluzione.

Secondo Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia, l'edilizia penitenziaria è "lo strumento strutturale dal quale vogliamo partire per riformare e risolvere il problema".

In questi mesi sono stati sbloccati 166 milioni di euro per l'edilizia carceraria, per ristrutturare gli edifici e costruire nuovi padiglioni. La costruzione di nuove strutture, però, non è immediata e sono state aperte molte inchieste giudiziarie per corruzione. 

Nell'ambito della discussione sul Dl carceri, Alleanza Verdi e Sinistra aveva invece presentato degli emendamenti sulla liberazione anticipata.

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"Il governo Meloni non ha alcun interesse alla riabilitazione, rieducazione e salute delle persone detenute, ignorando i principi fondamentali di umanità e giustizia sociale. Ma, soprattutto, ancora una volta non c'è nessuna norma che interviene su quello che è il principale problema delle istituzioni penitenziarie: il sovraffollamento" riferisce la senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi.

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