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Guerra a Gaza: l'Ue evacua 16 bambini bisognosi di cure

Una donna palestinese saluta il figlio malato prima di lasciare la Striscia di Gaza per farsi curare all'estero attraverso il valico di Kerem Shalom, a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza.
Una donna palestinese saluta il figlio malato prima di lasciare la Striscia di Gaza per farsi curare all'estero attraverso il valico di Kerem Shalom, a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Diritti d'autore Abdel Kareem Hana/Copyright 2023, The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Abdel Kareem Hana/Copyright 2023, The AP. All rights reserved
Di Mared Gwyn Jones
Pubblicato il
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Avviata la missione dell'Ue per curare i bambini feriti durante la guerra a Gaza. Gli operatori umanitari accolgono con favore il gesto, ma affermano che si tratta di una "goccia nell'oceano"

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L'Unione europea ha coordinato per la prima volta l'evacuazione medica di pazienti gravemente malati e feriti da Gaza, trasferendo mercoledì sedici bambini in Spagna attraverso la capitale egiziana del Cairo.

Secondo il ministero della Salute spagnolo, i bambini evacuati - tredici dei quali hanno riportato gravi ferite a causa dell'offensiva israeliana a Gaza - saranno trasferiti giovedì in ospedali spagnoli, accompagnati da 27 familiari.

È la prima volta che l'Ue finanzia e coordina questo tipo di evacuazioni da quando è scoppiata la guerra in seguito all'attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre, che ha travolto la Striscia di Gaza in una crisi umanitaria che ha causato la morte di circa 40mila palestinesi, tra cui si stima ci siano 14mila bambini.

Se da un lato gli esperti umanitari hanno accolto con favore la mossa, dall'altro l'hanno descritta come una "goccia nell'oceano", dato che la guerra continua a mietere vittime tra i bambini di Gaza.

"Il tuo ruolo (come bambino a Gaza) è quello di continuare a sfuggire alla morte un giorno sì e uno no, quando l'esercito israeliano invia ordini di evacuazione e tu fuggi in un'altra zona, senza sapere se la tua famiglia verrà con te", ha detto a Euronews Aseel Baidoun di Medical Aid for Palestinians.

A Gaza 20mila bambini dispersi

"Le evacuazioni sono necessarie, sono vitali. A Gaza non c'è accesso all'assistenza sanitaria, quindi almeno siamo contenti che 16 bambini possano ricevere le cure mediche di cui hanno bisogno", ha aggiunto. "Ma so che ci sono 20mila bambini dispersi a Gaza. Ci sono decine di migliaia di feriti. Quindi questo numero è solo una goccia nell'oceano. Abbiamo bisogno di evacuare centinaia di persone al giorno per poter salvare alcuni dei bambini di Gaza".

La Commissione europea afferma che l'operazione è stata sostenuta dal Meccanismo di protezione civile dell'Ue (Ucmp) a seguito di una richiesta di assistenza da parte dell'Organizzazione mondiale della sanità . Un portavoce ha aggiunto che altre operazioni simili sono in fase di pianificazione nelle prossime settimane.

La richiesta arriva oltre due mesi dopo che l'esecutivo aveva chiesto agli Stati membri di indicare la loro "disponibilità" a curare pazienti gravemente malati o feriti provenienti da Gaza. All'epoca, l'Oms aveva fornito al blocco un elenco di 109 bambini pronti per essere trasferiti negli ospedali europei.

Finora solo sette dei 27 Stati membri (Belgio, Italia, Lussemburgo, Malta, Romania, Slovacchia e Spagna) si sono offerti di curare o assistere il trasporto dei pazienti. Lo scorso marzo 13 bambini sono stati portati in Itala per essere curati, da gennaio il governo italiano si è impegnato nell'aiuto ai bambini feriti a Gaza, attivando anche la nave Vulcano della Marina Militare, che trasportato in Italia quattro bambini.

I piani di evacuazione sono stati recentemente vanificati dopo che il valico di Rafah è stato sequestrato e chiuso durante un'offensiva israeliana all'inizio di maggio, intrappolando i palestinesi malati e feriti che necessitavano di cure all'estero. Questo ha anche limitato ulteriormente la quantità di aiuti critici che arrivano all'enclave assediata via terra.

"I bisogni sul campo a Gaza, dopo più di nove mesi, sono così enormi che ciò che deve accadere è che gli aiuti siano più consistenti e sostenuti e che entrino a Gaza, ma che siano effettivamente distribuiti in tutte le aree di Gaza dove vivono i civili", ha dichiarato a Euronews Sarah Davies, responsabile delle relazioni pubbliche del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR).

Secondo l'agenzia di stampa Axios, la scorsa settimana i colloqui per il cessate il fuoco tra funzionari statunitensi, israeliani e palestinesi prevedevano la riapertura del valico di Rafah che collega l'Egitto alla Striscia di Gaza. Mercoledì scorso, l'Oms ha rivisto il numero di pazienti che necessitano di un'evacuazione urgente da Gaza a 14mila.

Carestia e malattie aggravano la crisi

Il commissario per gli aiuti umanitari dell'Ue, Janez Lenarčič, ha dichiarato che "le evacuazioni mediche sono più cruciali che mai" in un momento in cui gli ospedali di Gaza sono "sovraccarichi" e l'accesso all'assistenza sanitaria "gravemente compromesso dalla guerra in corso".

"Israele e tutti gli attori coinvolti in queste operazioni devono continuare a onorare il loro impegno e facilitare l'accesso necessario per continuare le evacuazioni". Ma gli esperti avvertono che le evacuazioni da sole possono fare ben poco per affrontare le molteplici crisi in cui versano i bambini di Gaza.

Si stima che oltre 14mila bambini siano stati uccisi nella guerra a Gaza dallo scorso ottobre, un numero superiore a quello di quattro anni di conflitto mondiale. Altre centinaia di migliaia sono stati sfollati dalle loro case, alcuni più volte. Altri sono gravemente malnutriti in sacche dell'enclave dove si è diffusa la carestia.

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"La situazione a Gaza, soprattutto per i bambini, è davvero un incubo senza fine. I bambini nascono durante questo conflitto. Altri bambini più grandi hanno già vissuto innumerevoli fasi di escalation negli anni precedenti", ha detto Davies. "E ora la maggior parte, se non tutti, i bambini sono stati sfollati almeno una o due volte dalle loro case. Hanno dovuto lasciarsi alle spalle tutto ciò che conoscevano".

"Sappiamo che i bambini sono di solito i più vulnerabili quando si tratta di malnutrizione, di malattie trasmissibili come l'epatite A. Sappiamo che quasi tutti i bambini si sono ammalati durante la guerra", ha aggiunto Baidoun.

Cresce la preoccupazione per la potenziale diffusione del poliovirus altamente infettivo nella Striscia di Gaza, devastata dalla guerra, dopo che la malattia è stata identificata in campioni di acque reflue, e gli esperti avvertono che i bambini non vaccinati sono i più a rischio. Le Forze di Difesa israeliane hanno lanciato una campagna per vaccinare i propri soldati contro la malattia derivata dal vaccino, mentre i bambini di Gaza rimangono esposti.

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