La risposta alla guerra in Ucraina avrà un impatto importante sulla definizione dell'Agenda strategica dell'Ue per il periodo 2024-2029, insieme alle tematiche di sicurezza e difesa. Il piano sarà adottato al vertice dei leader a fine giugno a Bruxelles
L'Unione non rinuncerà al Green Deal e all'agenda digitale, ma sempre più si discute di sicurezza e autonomia. Questi sono alcuni dei temi che finiranno nell'Agenda strategica dell'Unione europea, un piano redatto dai 27 Paesi del Consiglio europeo che concordano gli obiettivi comuni da seguire per i prossimi cinque anni.
Secondo l'analista del centro di ricerca Bruegel, Simone Tagliapietra, "le politiche ecologiche prenderanno ora una nuova piega in Europa".
"Queste politiche saranno messe al servizio della competitività da un lato e della sicurezza dall'altro. Questo ha senso perché negli ultimi cinque anni abbiamo fatto discusso molto del Green Deal europeo, e ora dobbiamo passare all'attuazione", ha aggiunto.
Le circostanze geopolitiche - che l'analista ha descritto come "nuove acque turbolente internazionali" - che influenzano l'agenda vanno oltre la guerra della Russia contro l'Ucraina. Sono in gioco la politica commerciale sleale della Cina e la necessità di partenariati per ottenere materie prime e nuovi mercati, in particolare in Africa e in Sud America, contribuendo a creare posti di lavoro e crescita economica per queste popolazioni.
Una "Europa forte e sicura" e una "Europa prospera e competitiva" sono i principali motori dell'agenda. L'obiettivo è creare una maggiore capacità industriale, in termini civili e militari, anche per ridurre la dipendenza dal principale alleato: gli Stati Uniti.
"C'è un altro elemento molto importante: le elezioni americane e cosa succederà se Trump tornerà alla Casa Bianca. Cosa succederà all'Europa in termini di capacità di difesa se, ad esempio, gli Stati Uniti ritireranno parte del loro sostegno nell'ambito della Nato?", si chiede Tagliapietra.
Nuove risorse finanziarie
Un'altra questione aperta è che i 27 leader dell'Ue hanno molte ambizioni, ma come ottengono i fondi necessari per realizzarle? L'analista di Bruegel crede che ci siano tre possibili fonti di entrate che dovrebbero essere riformate.
"In primo luogo, dobbiamo utilizzare meglio il bilancio europeo. La seconda è la Banca europea per gli investimenti, che nei prossimi anni avrà sicuramente un ruolo più importante per quanto riguarda tutti questi elementi. Infine, il nuovo debito. C'è la possibilità di creare una nuova linea di credito dopo la fine del programma Next Generation EU nel 2026?".
L'agenda comprende anche un capitolo chiamato "Europa libera e democratica", per rafforzare lo Stato di diritto.
Inoltre, l'agenda dovrebbe aiutare a riflettere su come preparare l'allargamento dell'Unione ai Paesi dell'Est, come Ucraina e Moldova, e ai Balcani occidentali.
"L'allargamento implica che i Paesi che vogliono entrare abbiano la capacità di applicare il diritto dell'Ue, il che richiede molte riforme in questi Paesi e richiederà anche una nuova governance a livello europeo. Pertanto, dovremo anche ripensare il modo in cui prendiamo le decisioni: l'unanimità che abbiamo attualmente sulla politica estera potrebbe dover essere rivista in futuro, perché non è concepibile avere il potere di veto per nessun Paese se il blocco si allarga ulteriormente", ha affermato Tagliapietra.
L'adozione dell'agenda avverrà durante il prossimo vertice dell'Unione europea il 27 e 28 giugno a Bruxelles.