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Insieme o divisi? I dilemmi della destra radicale a Bruxelles

La leader dell'estrema destra francese Marine Le Pen e Andre Ventura, leader del partito portoghese Chega, a sinistra, si guardano durante una conferenza stampa al parlamento portoghese
La leader dell'estrema destra francese Marine Le Pen e Andre Ventura, leader del partito portoghese Chega, a sinistra, si guardano durante una conferenza stampa al parlamento portoghese Diritti d'autore Armando Franca/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Armando Franca/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
Di Vincenzo GenoveseEleonora Vasques
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Alcuni leader del gruppo Identità e democrazia vorrebbero formare un "supergruppo" con i Conservatori e riformisti europei. Sarebbe il secondo dell'Europarlamento

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I leader dei partiti del gruppo, che conta al momento 58 eurodeputati, si sono riuniti a Bruxelles per discutere delle prossime mosse, e valorizzare l'ottimo risultato di molti partiti di destra radicale al Parlamentpo europeo.

Alla riunione hanno partecipato il vice-premier Matteo Salvini della Lega, Marine Le Pen del Rassemblement national, l'olandese Geert Wilders (Pvv), i belgi Tom Van Grieken e Gerolf Annemans (Vlaams Belang), il portoghese André Ventura (Chega), il ceco Tomio Okamura (Spd), l'austriaco Harald Vilimsky (Fpö), i belgi Gerolf Annemans, Tom Van Grieken, e il danese Morten Messerschmidt (Dansk Folkeparti).

"Unire le forze del centrodestra europeo"

Durante l'incontro, sono state ribadite le linee guida di Id per la prossima legislatura, a cominciare dall’auspicio di "unire tutte le forze di centrodestra in netta contrapposizione alla sinistra". Prima della riunione, Le Pen e Salvini avevano tenuto un incontro bilaterale, da cui secondo la nota diramata dalla Lega è emersa una volontà comune di "cambiare l'Europa".

Sul piano concreto, l'ipotesi è quella di formare un "supergruppo" di destra radicale, unendo i partiti che compongono Identità e democrazia e quelli del gruppo Conservatori e riformisti europei (Ecr), la cui delegazione più numerosa al Parlamento è ora quella di Fratelli d'Italia.

Non è un'idea nuova: Salvini l'ha proposta in varie occasioni e pochi giorni prima del voto europeo, anche Le Pen aveva dichiarato al Corriere della Sera l'intenzione di voler unire i due gruppi.

"Chega è favorevole a un grande blocco di destra", ha detto a Euronews il portoghese André Ventura, che entra per la prima volta all'Eurocamera con due deputati. Pur essendo allineato internamente, il gruppo sta cercando attivamente di espandersi, ha spiegato Ventura ai giornalisti.

"Id è in trattative per formare un grande blocco di destra per combattere la corruzione, l'immigrazione clandestina e controllare i nostri confini. Se queste conversazioni porteranno a un risultato positivo, saremo pronti a parteciparvi. In caso contrario, saremmo molto contenti di far parte del gruppo Id".

Secondo fonti interne al gruppo, Id sarebbe già in contatto con alcune delegazioni di Ecr con lo scopo di allargare il proprio schieramento.

Anche Tom Vandendriessche, europarlamentare del partito belga di Id Vlaams Belang, ha confermato le trattative in corso: "Come Vlaams Belang siamo aperti a qualsiasi discussione sull'allargamento del gruppo".

Un potenziale da 150 eurodeputati

I Conservatori e Riformisti Europeicontano al momento 77 eurodeputati, grazie all'aggiunta di quattro nuovi membri, da partiti appena entrati all'Eurocamera. Insieme ai 58 di Id formerebbero il secondo gruppo più numeroso dell'Eurocamera, con buone prospettive di ulteriore allargamento.

Fra i partiti non allineati in nessuna famiglia politica, infatti, ci sono molte delegazioni riconducibili all'area della destra radicale. A partire dai tedeschi di Alternative für Deutschland (15 eurodeputati) espulsi da Id prima delle elezioni per le dichiarazioni controverse del loro candidato capolista Maximilian Krah, eletto ma poi escluso dal partito.

Altre nutrite delegazioni sono quella di Fidesz-KDNP (Ungheria, dieci deputati), che iniziò la scorsa legislatura con il Partito popolare europeo e ora è in cerca di affiliazione, Konfederacja (Polonia, sei deputati), Aur e Sos (Romania, sette eurodeputati in tutto), Vazrazhdane (Bulgaria, tre deputati) Niki (Grecia, un deputato) Mi Hazánk (Ungheria, un deputato).

In totale, oltre 40 eurodeputati, che farebbero arrivare un eventuale supergruppo di destra radicale di poco alle spalle del Ppe come primo partito in assoluto dell'Europarlamento.

La guerra in Ucraina spacca la destra radicale

Ma unire queste forze radicali è più complesso di quanto sembri. Non a caso, dalle fila di Fratelli d'Italia l'ipotesi di una fusione fra i due gruppi è sempre stata respinta prima delle elezioni: difficile che sia cambiato qualcosa dopo il voto.

Il conflitto in Ucraina, in particolare, ha messo in luce una profonda spaccatura nella destra radicale: alcuni membri del gruppo Id, come il Partito austriaco per la libertà (Fpö) o la stessa AfD si oppongono apertamente al sostegno militare dell'Ue all'Ucraina, e sono considerati "filorussi" dalle altre forze politiche.

AfD è stata espulsa da Id proprio in seguito a una serie di scandali, tra cui l'accusa che alcuni membri del partito siano stati pagati da un'operazione di influenza russa per diffondere in Europa la propaganda favorevole al Cremlino.

Altri sono invece favorevoli al sostegno militare. In un'intervista rilasciata a Euronews, il danese Anders Vistisen, ha criticato aspramente l'Ue per quella che ha definito la sua incapacità di "farsi avanti" nel fornire a Kiev gli aiuti e le attrezzature militari di cui ha bisogno per resistere all'invasione russa. Molti partiti di Ecr sono tradizionalmente in prima linea nel sostegno all'Ucraina, a cominciare dal PiS polacco. Altre forze politiche della destra radicale, come Vox o la Lega, sono state piuttosto ambigue sul tema, che rischia di rimanere una linea invalicabile tra gli uni e gli altri.

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