Gli spagnoli si preparano ad andare alle urne domenica 9 giugno in un contesto altamente polarizzato: durante la campagna elettorale appena conclusa i partiti si sono scontrati su questioni nazionali e internazionali
A meno di 48 ore dal voto europeo in Spagna, la campagna elettorale appena conclusa sarà ricordata come una delle più controverse degli ultimi anni. I partiti si sono confrontati su questioni sia internazionali che locali. Temi principalmente nel dibattito europeo, dall’immigrazione alle proteste degli agricoltori, sono stati messi in secondo piano da questioni interne.
"Abbiamo parlato molto di questioni legate alla politica internazionale, ma non necessariamente all'Unione Europea. Ad esempio, la crisi diplomatica con l'Argentina o il riconoscimento della Palestina sono stati alcuni dei temi che hanno segnato questa prima tappa", ha dichiarato a Euronews l’analista politico Pablo Simón.
La campagna elettorale in Spagna
La campagna si è concentrata principalmente sull’ascesa dell’estrema destra e sulle future alleanze al Parlamento europeo. Mentre i partiti nazionali cercano di convincere gli elettori dovranno fare i conti con l’affluenza, fattore cruciale. Solitamente appena il 40 per cento degli spagnoli vota alle elezioni europee.
Secondo Simón l'affluenza alle urne potrebbe essere maggiore rispetto alle precedenti elezioni europee per l'impatto delle questioni europee sull'elettorato spagnolo. "Il tasso di partecipazione dovrebbe aumentare, data la polarizzazione che stiamo vivendo - ha spiegato l'analista politico -. Normalmente vediamo tassi di partecipazione intorno al 44-46 per cento, ma il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di avvicinarci alla media del 51 per cento come in altri Paesi europei".
Negli ultimi anni la Spagna è stata protagonista di in una campagna elettorale perpetua. La polarizzazione potrebbe portare a un aumento della partecipazione elettorale o, al contrario, a una stanchezza dei cittadini spagnoli che dovranno recarsi nuovamente alle urne.