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"Legge russa", scambio di accuse tra presidente e primo ministro della Georgia

La presidente Salomé Zourabichvili, a sinistra, e il primo ministro Irakli Kobakhidze, a destra, partecipano alla celebrazione del Giorno dell'Indipendenza a Tbilisi
La presidente Salomé Zourabichvili, a sinistra, e il primo ministro Irakli Kobakhidze, a destra, partecipano alla celebrazione del Giorno dell'Indipendenza a Tbilisi Diritti d'autore Shakh Aivazov/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
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Di Euronews Agenzie:  AP
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

La legislazione prevede che i media, le organizzazioni non governative e altre organizzazioni non profit debbano registrarsi come realtà "che perseguono gli interessi di una potenza straniera" se ricevono più del 20 per cento dei loro finanziamenti dall'estero

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Botta e risposta tra la presidente e il primo ministro della Georgia. Motivo del contendere una legge sull'influenza straniera sulla quale è stato posto il veto, nello stesso giorno in cui il Paese dell'Europea orientale celebrava la Giornata dell'Indipendenza. La normativa in questione ha diviso profondamente la nazione, con i critici che la giudicano in particolare una minaccia alle libertà democratiche.

"Oggi, mentre lo spettro della Russia incombe su di noi, il partenariato e l'avvicinamento all'Europa rappresentano la strada per preservare e rafforzare la nostra indipendenza e la pace", ha dichiarato la presidente Salomé Zourabichvili. "Coloro che sabotano e minano questo percorso calpestano e danneggiano il futuro pacifico e sicuro del nostro Paese, ostacolandone il percorso per diventare un membro a pieno titolo del mondo libero e democratico", ha aggiunto.

Il primo ministro accusa la presidente di "tradimento"

Il primo ministro Irakli Kobakhidze ha replicato affermando che il suo governo sta proteggendo la "sovranità e l'indipendenza della Georgia. Sono stati l'unità e i passi ragionevoli del popolo e del suo governo legittimo a darci l'opportunità di mantenere la pace nel Paese negli ultimi due anni, nonostante le minacce e i molteplici tradimenti, compreso quello della presidente".

La legge, approvata dal Parlamento all'inizio del mese, prevede che i media, le organizzazioni non governative e altre realtà non profit debbano registrarsi come organismi che curano "gli interessi di una potenza straniera" se ricevono più del 20% dei loro finanziamenti dall'estero. Si tratta di una norma che i detrattori hanno bollato come "legge russa", poiché ricalca una disciplina simile adottata da Mosca nel 2022 e considerata un modo per mettere a tacere le voci critiche nei confronti del Cremlino.

L'adesione all'Ue può essere minacciata dalla normativa?

Inoltre, chi si oppone alla normativa, ritiene che essa possa rendere impossibile per la Georgia tentare di entrare nell'Unione europea. Il Paese è infatti ufficialmente candidato dallo scorso anno e il sostegno all'adesione appare molto alto tra i georgiani. E l'Alto rappresentante dell'Ue per gli Affari esteri, Josep Borrell, ha dichiarato in effetti che la disciplina avrebbe "un impatto negativo sui progressi della Georgia sulla strada dell'UE".

Il disegno di legge ha ricevuto critiche anche al di fuori della Georgia. Compresa quella del Consiglio d'Europa, secondo il quale Tbilisi dovrebbe ritirarlo. Gli Stati Uniti sono arrivati addirittura a minacciare di imporre sanzioni contro la nazione europea in caso di approvazione della normativa, precisando che che Washington potrebbe essere costretta a rivedere le sue relazioni con Tbilisi.

Dagli Usa sono anche arrivate anche due proposte di legge che mirano a convincere il governo georgiano ad abbandonare la cosiddetta "legge russa". Da parte di Washington si offrono infatti una possibile liberalizzazione dei visti e l'opportunità di migliorare le relazioni tra Stati Uniti e Georgia in vari settori.

Il governo può contare su una maggioranza sufficiente per annullare il veto

Tuttavia, il partito al governo, che aveva già proposto e poi accantonato una normativa molto simile l'anno scorso, sostiene come essa sia necessaria per mantenere un'identità nazionale e promuovere la trasparenza. Per questo ha tentato di far approvare la legge, ma la presidente ha deciso di porre il veto, ritenendola "inaccettabile", poiché contraddice la Costituzione e "tutti gli standard europei".

La partita politica non è però terminata, dal momento che il governo può contare su una maggioranza parlamentare sufficiente per annullare il veto.

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