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Cosa pensano i georgiani della nuova legge sull'influenza straniera?

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Diritti d'autore euronews
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Di Valérie Gauriat
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Gli oppositori dicono che è ispirata da Mosca e potrebbe compromettere il destino europeo del Paese. La reporter di Euronews Valérie Gauriat è andata in Georgia per raccogliere le voci di critici e sostenitori.

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Nonostante settimane di manifestazioni quasi quotidiane, la legge sulla "trasparenza dell'influenza straniera" approvata dal Parlamento della Georgia il 14 maggio continua a suscitare l'indignazione pubblica. Gli oppositori alla legge dicono che è ispirata da Mosca e potrebbe compromettere il destino europeo del Paese. La reporter di Euronews Valérie Gauriat è andata in Georgia per provare a capire cosa sta succedendo.

"Questa legge è contro la democrazia, è contro i diritti umani", afferma Mamuka Kotetishvili, uno scienziato, in piedi con la sua famiglia davanti al Parlamento georgiano, tra le diverse migliaia di manifestanti. "Non influirà solo sulle istanze di governance, ma su tutti i campi di attività in Georgia, dal sistema sanitario al sistema agricolo".

La legge richiede che qualsiasi entità di cui più del 20% dei fondi provenga dall'estero si registri come "organizzazione che porta avanti gli interessi di una potenza straniera" e si sottoponga al controllo amministrativo dello Stato.

Sono interessate circa 25.000 ong che operano in tutti i settori. I critici affermano che quella che chiamano la "legge russa" è ispirata a una legislazione simile approvata in Russia nel 2012, che ha portato all'imbavagliamento di tutte le voci considerate critiche nei confronti del Cremlino. Coloro che si dedicano alla difesa dello Stato di diritto e i media indipendenti dicono di essere i più a rischio.

"Essere etichettati come perseguenti interessi stranieri ha solo connotazioni negative. Significa che siamo agenti stranieri. Lavorare in questo modo distruggerà completamente la fiducia nei media -afferma Lika Zakashvili, co-fondatrice e caporedattrice del media online "Publika" - Secondo questa legge, il Ministero della Giustizia è autorizzato ad accedere alle organizzazioni e ad elaborare le informazioni personali. Questo è particolarmente pericoloso per le organizzazioni di media, perché conserviamo le informazioni personali delle nostre fonti. Ed è pericoloso per tutti".

Clicca sul player in alto per guardare il reportage

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