L'Ucraina ha denunciato tre Paesi europei presso l'Organizzazione mondiale del commercio (Wto), per non aver revocato il divieto alle importazioni di grano ucraino
Si tratta di Polonia, Ungheria e Slovacchia, che rifiutano di revocare un divieto temporaneo sull'importazione di cereali ucraini, disobbedendo di fatto a una decisione della Commissione europea.
Divieto e revoca
La Commissione europea aveva deciso nel 2022 di abolire i dazi doganali sulle importazioni di cereali ucraini, per sostenere economicante il Paese in guerra e facilitare anche le esportazioni verso Africa e Medio Oriente.
Ma le derrate alimentari ucraine hanno invaso i mercati dei Paesi europei confinanti, facendo abbassare i prezzi e scatenando le proteste degli agricoltori locali.
Tanto che la scorsa primavera cinque Stati avevano imposto un embargo su determinati prodotti alimentari in arrivo dall'Ucraina e la Commissione era stata costretta a trovare una soluzione temporanea di compromesso, alla scadenza della quale, Romania e Bulgaria si sono adeguate alla decisione dell'esecutivo comunitario, Polonia, Ungheria e Slovacchia no.
Alla scadenza delle misure temporanee, la Commissione aveva comunque chiesto al governo di Kiev di controllare le proprie esportazioni in modo da non destabilizzare i Paesi vicini, dove gli agricoltori continuano a protestare: in questi giorni lo hanno fatto in maniera massiccia in Ungheria e Bulgaria.
Francia e Germania criticano i tre Paesi dell'Est
La questione è stata dibattuta anche dai ministri dell’Agricoltura dell’Unione, che si sono incontrati a Bruxelles.
Per il ministro francese Marc Fesneau, il rifiuto dei tre Paesi dell'Est Europa di revocare il divieto mina le basi del progetto europeo.
"Ci rammarichiamo per le misure unilaterali adottate dai Paesi frontalieri, non è la prima volta. Ciò mette profondamente in discussione il mercato unico comune e solleva questioni molto serie. Mi sembra non ci possa essere solidarietà senza unità. E per avere unità dobbiamo anche esprimere solidarietà”.
Anche Cem Özdemir, ministro tedesco dell'Alimentazione e dell'Agricoltura, sembra sulla stessa lunghezza d'onda.
"La posizione della Commissione è molto chiara sul fatto che questa clausola di protezione non verrà estesa, perché non ce n'è bisogno. Secondo le nostre informazioni, il mercato europeo è in grado di assorbire i cereali ucraini, la cui destinazione sono i Paesi con bisogni alimentari urgenti.Non vedo alcun motivo per cui dovrebbero essere adottate misure unilaterali."