Il dissidente Mikhail Khodorkovsky, in auto-esilio dal 2013 dopo 8 anni di carcere, spera che aumenti il fronte dei connazionali contrari alla guerra in Ucraina e punta a costruire valide alternative al governo di Vladimir Putin
I dissidenti russi chiedono all'Unione europea di sostenerli per ripristinare la democrazia nel Paese dopo la fine della guerra in Ucraina.
Per questo motivo Mikhail Khodorkovsky, uno dei principali oppositori politici di Vldaimir Putin, ha raggiunto la sede di Bruxelles del Parlamento europeo dal suo esilio in Svizzera.
Incarcerato nel 2005 per frode fiscale, è stato liberato nel 2013 e da allora vive lontano dal suo Paese, cercando di promuovere valide alternative al governo di Putin.
Una speranza fra i russi
Khodorkovsky ritiene che la resistenza attiva dei russi alla guerra non sia così diffusa, ma guarda con speranza al 12% della popolazione che si dichiara contrario al conflitto.
"I russi credono anche che una volta cominciata questa guerra, pur sbagliata,non ci si può permettere di perderla, perché ciò porterebbe alla disintegrazione della Russia", spiega l'oppositore a Euronews.
"C'è una narrazione della propaganda di Putin completamente differente dalla realtà, ma efficace sul cervello delle persone: che la sconfitta del regime di Putin equivarrebbe alla disintegrazione della Russia. Questa è la cosa più pericolosa. Ecco perché dico che la disintegrazione della Russia è minacciata da Putin, e non dal fatto che Putin lasci il potere".
Un cambio di regime può avvenire in qualsiasi momento, secondo Andrius Kubilius, eurodeputato lituano che è stato anche primo ministro del suo Paese. L'importante è rifiutare un processo di pace frettoloso per la guerra in Ucraina.
"Credo che la Russia stia arrivando a un vicolo cieco se le cose non cambiano. Alla domanda se vedo una qualche possibilità di cambiamento, rispondo molto semplicemente. Nessuno vedeva alcuna prova prima dell'inizio della Perestrojka nel 1985", dice l'europarlamentare a Euronews, facendo riferimento alla serie di riforme che modernizzarono l'Urss sotto il governo di Mikhail Gorbačëv.
"A quel tempo, anche nell'élite politica dell'Unione Sovietica, era chiaro che se le cose fossero rimaste come al tempo di Breznev, poi l'Unione Sovietica sarebbe semplicemente crollata molto rapidamente. Le riforme della Perestrojka le hanno cominciate le élite".
Circa 70 gruppi di opposizione hanno concordato una dichiarazione comune, firmata finora da 30mila russi, in cui si auspicano la rimozione dal potere di Putin e il ritorno dei confini ucraini stabiliti nel 1991.