Frontex sotto indagine da parte dei parlamentari europei: cosa succede ora

Fabrice Leggeri, a capo dell'agenzia Frontex
Fabrice Leggeri, a capo dell'agenzia Frontex Diritti d'autore Darko Vojinovic/Copyright 2016 The Associated Press. All rights reserved. This material may not be published, broadcast, rewritten or redistribu
Di Redazione di Bruxelles
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I membri del Parlamento europeo aprono un'inchiesta interna per far luce sulle accuse di respingimenti e abusi che offuscano l'operato l'agenzia di controllo delle frontiere UE.

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Il Parlamento europeo sta aumentando la sua pressione su Frontex per far luce sulle accuse che offuscano la reputazione dell'agenzia europea addetta al controllo delle frontiere UE. 

Frontex è sotto indagine per molestie, cattiva condotta e respingimenti illegali di migranti al fine di  impedire loro di raggiungere le coste europee attraverso le acque greche.

I membri del Parlamento europeo hanno formato un nuovo gruppo di lavoro, ufficialmente chiamato Frontex Scrutiny Working Group (FSWG), per "monitorare tutti gli aspetti del funzionamento dell'agenzia di frontiera, compreso il suo rispetto dei diritti umani fondamentali".

I parlamentari condurranno personalmente un'indagine conoscitiva nei prossimi quattro mesi, al fine di raccogliere prove per determinare se ci sono state violazioni e il coinvolgimento dell'agenzia UE con sede in Polonia.  

L'organismo d'inchiesta è composto da 14 deputati, due per ogni partito politico. Roberta Metsola, una deputata maltese del Partito Popolare Europeo, ne è stata eletta presidente.

"Cercheremo di fare chiarezza, [così da ripristinare] fiducia nella politica e nella strategia europea di gestione delle frontiere. Faremo le nostre domande per ottenere risposte chiare", ha detto Metsola a Euronews.

Una delle prime tappe del gruppo di lavoro, dice Metsola, sarà un viaggio a Varsavia, così da interrogare i suoi vertici e il personale dell'agenzia.

"Questo parlamento ha sostenuto Frontex, capisce che l'Europa ha bisogno di una forte politica di gestione delle frontiere esterne, ma dobbiamo garantire una forte difesa dei diritti fondamentali, e questi punti sono presenti in tutte le domande che porremo", aggiunge.

Dragoș Tudorache, eurodeputato liberale della Romania e membro del FSWG, dice che l'obiettivo immediato dell'indagine sarà quello di esaminare le accuse nel Mar Egeo. 

Ma, aggiunge, la missione esaminerà anche il funzionamento generale dell'agenzia e i cambiamenti che ha subito negli ultimi anni.

"Per noi è davvero importante guardare non solo alle testimonianze di Frontex stessa, ma anche alle regole operative e alle regole di ingaggio degli stati membri che fanno parte delle operazioni o che ospitano le operazioni di Frontex", ha detto Tudorache a Euronews.

"Vogliamo avere una visione composita, la più ampia possibile, in modo da poter basare le nostre conclusioni su prove forti e testimonianze credibili".

Gli europarlamentari includeranno nel loro dossier il lavoro di esperti, giornalisti, attivisti della società civile e ricercatori, e alla fine redigeranno un rapporto con conclusioni e raccomandazioni. Verranno ascoltate anche la Commissione europea e le autorità nazionali.

Se il gruppo di lavoro dovesse concludere che l'agenzia ha commesso violazioni o ne è stata complice, potrebbe portare una proposta di risoluzione alla plenaria del Parlamento europeo.

I deputati inoltre potrebbero usare il bilancio europea come leva per spingere verso un cambiamento di direzione. I trattati europei concedono ai parlamentari il potere di approvare i piani finanziari annuali, in un processo noto come "discharge". Nel bilancio c'è il finanziamento di tutte le agenzie UE, compresa Frontex, che dispone di risorse notevolmente accresciute dopo la crisi migratoria del 2015.

La pazienza ha un limite

A Bruxelles sembra stiano perdendo la pazienza per l'apparente riluttanza dell'agenzia a collaborare per far luce sulle accuse, venute alla luce per la prima volta nell'ottobre 2020.

L'ultima mossa dell'emiciclo segue le indagini lanciate dall'OLAF, l'ufficio antifrode dell'UE, e dal mediatore europeo, Emily O'Reilly. Le tre istituzioni stanno esaminando le stesse accuse riguardanti Frontex, ma da angolazioni diverse.

I deputati socialisti hanno già chiesto le dimissioni di Fabrice Leggeri, direttore esecutivo dell'agenzia, colpevole a loro dire di non aver fornito sufficienti chiarimenti.

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Leggeri ha ripetutamente negato qualsiasi coinvolgimento diretto o indiretto di Frontex nei respingimenti.

La settimana scorsa, Ylva Johansson, il commissario europeo per gli affari interni, ha inviato una lettera alla commissione per le libertà civili del Parlamento europeo sostenendo che Leggeri ha offerto ai deputati una presentazione "fuorviante" dei fatti.

Johansson ha accusato l'agenzia di "ostacolare" e "ritardare" la piena attuazione di un regolamento del 2019. Secondo questo quadro, Frontex avrebbe dovuto assumere 40 agenti per monitorare i diritti fondamentali nelle sue operazioni entro dicembre 2020. Ad oggi, l'agenzia non è riuscita a reclutarne nemmeno uno.

La commissaria ha raddoppiato le sue critiche durante un'audizione a porte chiuse al Parlamento europeo, lunedì scorso. "La rapida crescita di Frontex è una sfida gestibile e giustifica le mancanze".

Fabrice Leggeri le ha risposto in un'intervista con un giornale spagnolo, pubblicata lo stesso giorno. "Frontex ha fatto il suo dovere nel 2020, ha compiuto [la sua missione] ed è credibile, e quindi, la mia gestione è credibile".

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Frontex è anche sotto pressione da parte di ONG internazionali e delle Nazioni Unite.

Ad inizio mese, un collettivo di avvocati per i diritti umani ha avviato un'azione legale contro l'agenzia, chiedendo la sospensione immediata delle sue attività nel Mar Egeo. Il gruppo

Il gruppo minaccia di rivolgersi alla Corte di giustizia europea se Leggeri si dovesse rifiutare di rispondere.

Nel frattempo, l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) dell'ONU ha rilasciato una dichiarazione chiedendo la fine dei pushback e delle violenza contro i migranti alle frontiere esterne UE.

"L'uso di forza eccessiva e di violenza contro i civili è ingiustificabile", ha detto il capo del personale OIM, Eugenio Ambrosi. "La sovranità degli Stati - compresa la loro competenza a mantenere l'integrità dei loro confini - deve essere allineata con i loro obblighi di diritto internazionale e rispettare i diritti umani e le libertà fondamentali di tutti."

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Da parte sua, Frontex ha condotto un'indagine interna sulle accuse del Mar Egeo.

A fine gennaio, il consiglio di amministrazione dell'agenzia ha concluso che dei 13 incidenti esaminati, otto dovrebbero essere archiviati perché non ci sono prove di violazioni dei diritti fondamentali, mentre cinque di essi dovrebbero rimanere aperti e richiedono ulteriori indagini.

Il consiglio di amministrazione, che è composto da rappresentanti degli stati membri, ha sottolineato che Frontex non ha fornito informazioni su tre incidenti in particolare. e ha chiesto a Leggeri di farlo immediatamente, sollecitando l'attuazione di riforme.

I respingimenti dei migranti sono illegali secondo il diritto internazionale. Il principio di non respingimento è codificato nell'articolo 33 della Convenzione sui rifugiati del 1951. "Nessuno Stato contraente espellerà o respingerà ("refouler") un rifugiato in qualsiasi modo alle frontiere dei territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a causa della sua razza, religione, nazionalità, appartenenza a un particolare gruppo sociale o opinione politica", si legge nel testo.

L'articolo 5 del codice di condotta di Frontex indica la piena adesione a questo principio.

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