Newsletter Newsletters Events Eventi Podcasts Video Africanews
Loader
Seguiteci
Pubblicità

Cibi a rischio estinzione: come il crowdsourcing aiuta a salvare i cibi che scompaiono e stimola la biodiversità

Il grano Marzellina è un grano duro, storicamente coltivato nella Val Fortore, in Campania.
Il grano Marzellina è un grano duro, storicamente coltivato nella Val Fortore, in Campania. Diritti d'autore  Slow Food/Oliver Migliore
Diritti d'autore Slow Food/Oliver Migliore
Di Jen Marsden
Pubblicato il
Condividi questo articolo Commenti
Condividi questo articolo Close Button

Riportare in auge i grani antichi e stimolare la biodiversità può aiutare le piccole comunità a far fronte ai cambiamenti climatici

PUBBLICITÀ

In un mondo vulnerabile dal punto di vista climatico, coltivare non è più scontato e facile come un tempo. L'aumento delle temperature sconvolge le stagioni agricole, la siccità inaridisce il terreno e le alluvioni spazzano via completamente i raccolti.

La corsa alla ricerca di tecniche per rendere l'agricoltura più sostenibile deve andare avanti, dato che il fabbisogno di cibo aumenta di anno in anno a causa dell'aumento della popolazione mondiale.

Le organizzazioni che si occupano di giustizia alimentare sostengono che per raggiungere una vera sicurezza alimentare, invece di affidarsi all'attuale modello "just-in-time" (Jit), basato sulle esigenze delle grandi multinazionali del cibo, abbiamo bisogno di sistemi più piccoli, locali, che mettano al centro i principi dell'agroecologia.

Molti sostengono che i meccanismi attuali non sono sufficienti. La Vía Campesina (Lvc), un movimento di contadini e agricoltori fondato in Francia trent'anni fa, ha sottolineato che i recenti colloqui della Cop29 si sono concentrati su "false soluzioni, tra cui i mercati del carbonio, gli schemi di compensazione, le colture geneticamente modificate, i megaprogetti di geoingegneria, la cosiddetta 'agricoltura intelligente dal punto di vista climatico' e le 'soluzioni basate sulla natura', promossi come strumenti di mitigazione del clima ma che non riescono ad affrontare le cause profonde della crisi".

Slow Food members march for the climate
Slow Food members march for the climate Slow Food/Mauro La Martina

Quali sono queste cause profonde? Secondo la Lvc, il degrado ambientale, l'erosione dei diritti culturali, le violazioni dei diritti umani e i diritti ancestrali e territoriali.

Come il cambiamento climatico sta danneggiando la produzione alimentare in Europa

"Vediamo che i cambiamenti climatici influenzano i nostri campi in contesti diversi in tutta Europa: alluvioni, siccità e persino un clima molto strano, come inverni caldi e primavere fredde", afferma Francesco Sottile, professore di biodiversità negli agrosistemi all'Università di Palermo e membro del comitato esecutivo di Slow Food Italia.

Francesco Sottile, Slow Food international board member
Francesco Sottile, Slow Food international board member Archivio Slow Food/Maurizio Burdese

"Nel Mediterraneo, nel sud dell'Italia, in Spagna e in Grecia, stiamo affrontando una grave siccità e la biodiversità è la risposta per mitigare i cambiamenti climatici. È lo strumento più forte per assicurarci di poterci adattare di anno in anno ai cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo", spiega Sottile.

Il ritorno ai cereali antichi e resistenti può essere una soluzione.

Durante la nostra ultima stagione in Sicilia, per esempio, la nostra produzione di grano che utilizza varietà regionali, tradizionali e molto antiche - tra cui il grano duro "timilia" e il grano tenero "maiorca", che sono forse colture meno produttive della maggior parte delle varietà industriali - è stata in grado di mitigare i problemi di siccità e di garantire il raccolto, mentre le varietà industriali hanno fallito".

"Allo stesso modo, quando i nostri terreni adottano i principi dell'agroecologia e sono alla base della gestione della produzione", dice Sottile, "assistiamo a una maggiore capacità di resistere alle alluvioni, poiché i terreni drenano l'acqua e mitigano l'erosione del suolo in superficie".

Migliaia di prodotti rischiano di scomparire

Dal 1996, l'Arca del Gusto di Slow Food registra i cibi tradizionali e a produzione ridotta che sono a rischio estinzione in tutto il mondo. Si tratta di razze animali selvatiche di ovini, bovini e suini, varietà di frutta e verdura tradizionali, formaggi, cereali, marmellate e dolci.

Italy's ancient durum grains are harvested
Italy's ancient durum grains are harvested Slow Food/Oliver Migliore

La catalogazione dà a questi alimenti unici la possibilità di raccontare la loro storia e di fare qualcosa di concreto per riscoprirli e "rimetterli in tavola".

Prodotti di questo tipo sono stati segnalati in tutto il mondo grazie al crowdsourcing (la collaborazione collettiva di volontari) sul sito web di Slow Food.

Utilizzando criteri di selezione rigorosi, l'Arca del Gusto contiene ora più di seimila prodotti che devono essere tutelati prima di scomparire per sempre dalle comunità locali. Ben 589 sono stati aggiunti solo negli ultimi due anni.

L'Arca del Gusto, spiega Sottile a Euronews Green, è "un elenco incredibile perché può preservare l'ambiente e il suolo, e combattere il cambiamento climatico".

"Quando decidiamo di includere una varietà o un archetipo specifico - ad esempio, il grano, gli ortaggi o gli alberi da frutto dell'Europa centrale - essi nascono da un'importante e fondamentale prospettiva di mitigazione del clima, con i principi dell'agroecologia come approccio gestionale".

La sovranità alimentare potrebbe essere una soluzione resistente al clima

Nonostante le migliaia di varietà di cereali, secondo l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao), il sessanta per cento dell'approvvigionamento alimentare mondiale si basa su tre soli cereali: grano, riso e mais.

Sovranità alimentare, espressione coniata da La Vía Campesina, significa che le comunità hanno il controllo del modo in cui il cibo viene prodotto, commercializzato e consumato. L'organizzazione si batte per un'agricoltura sostenibile basata sulle aziende agricole a conduzione familiare che protegga "l'esistenza e la cultura dei popoli indigeni, delle comunità tradizionali e dei contadini".

"Quello che abbiamo visto in Europa è che i terreni in cui si insediano pascoli permanenti di solito sono davvero in grado di mitigare l'effetto del cambiamento climatico, poiché in questi terreni c'è un'enorme biodiversità", spiega Sottile.

Permanent grassland, which is vital for climate mitigation
Permanent grassland, which is vital for climate mitigation Slow Food/Manuela Cozzi

"Il problema è che, per mantenere questi ambienti, abbiamo bisogno anche di un pascolo all'aperto accanto ad esse per permettere l'allevamento tradizionale di animali che vengono poi nutriti dall'erba, in modo che l'effetto positivo sia anche nel latte, nel formaggio e nella carne".

Vai alle scorciatoie di accessibilità
Condividi questo articolo Commenti

Notizie correlate

Quanto vale il mercato del miele nell'Unione europea

Gli ibis sacri invadono il nord Italia, sono più di 10mila

Dal tartufo italiano alla senape francese: i cibi sull'orlo dell'estinzione climatica