Newsletter Newsletters Events Eventi Podcasts Video Africanews
Loader
Seguiteci
Pubblicità

Stretta Usa sulle merci europee: Trump minaccia dazi al 50 per cento e l’Ue rischia la recessione

Alcuni container in un terminal merci di Francoforte, Germania, giovedì 22 maggio 2025.
Alcuni container in un terminal merci di Francoforte, Germania, giovedì 22 maggio 2025. Diritti d'autore  Michael Probst/Copyright 2025 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Michael Probst/Copyright 2025 The AP. All rights reserved
Di Doloresz Katanich
Pubblicato il
Condividi questo articolo Commenti
Condividi questo articolo Close Button

Dopo un inizio positivo per l’economia tedesca, l’Ue si trova ora sull’orlo di una crisi: Trump minaccia dazi al 50 per cento sui beni europei. Il rischio recessione è concreto, e la Bce potrebbe reagire con un allentamento monetario più aggressivo

Dopo mesi di tensioni latenti, lo scontro commerciale tra Stati Uniti e Unione europea è riesploso. Venerdì scorso, il presidente americano Donald Trump ha dichiarato che i negoziati commerciali con Bruxelles sono "bloccati" e ha minacciato una tariffa punitiva del 50 per cento su tutti i beni europei importati negli Usa a partire dal 1° giugno. Una mossa che, se attuata, avrebbe ripercussioni drammatiche per l'economia del vecchio continente.

La misura è stata temporaneamente sospesa, dopo un colloquio tra Trump e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Il nuovo termine per un possibile accordo è il 9 luglio 2025. "L'Europa è pronta a portare avanti i colloqui in modo rapido e deciso", ha dichiarato von der Leyen, sottolineando la volontà dell’Ue di evitare lo scontro commerciale più duro dalla guerra dei dazi del 2018.

Good call with POTUS. The EU and US share the world’s most consequential and close trade relationship. Europe is ready to advance talks swiftly and decisively. To reach a good deal, we would need the time until July 9.

— Ursula von der Leyen (@vonderleyen.ec.europa.eu) 25 May 2025 at 21:59

Un duro colpo all’economia europea: l’effetto domino dei dazi

La prospettiva di una tariffa del 50 per cento ha spinto al ribasso le aspettative di crescita dell’economia europea. Nel 2024 gli Stati Uniti sono stati il principale partner commerciale dell’Ue per l’export di beni, rappresentando il 20,6 per cento del totale e generando un volume d’affari di oltre 530 miliardi di euro. Una stretta di questa portata rischia di far precipitare l’intera Eurozona in recessione.

Gli analisti della banca Edmond de Rothschild parlano apertamente di un possibile blocco alla crescita, con effetti tali da costringere la Banca centrale europea ad abbassare ulteriormente i tassi di interesse. Barclays, in una nota agli investitori, ha avvertito che una mossa simile potrebbe innescare una recessione profonda, con i tassi della Bce destinati ad avvicinarsi allo “zero lower bound”.

Industria farmaceutica, automotive e aerospazio nel mirino

I comparti produttivi più vulnerabili a questa stretta sono quelli che già oggi rappresentano le voci principali dell’export europeo verso gli Usa. Secondo Eurostat, i medicinali e i prodotti farmaceutici costituiscono la fetta più rilevante (22,5 per cento del totale), seguiti da veicoli stradali (9,6 per cento) e da apparecchiature meccaniche e aerospaziali.

Il settore farmaceutico irlandese, fortemente integrato con multinazionali americane, e l’automotive tedesco, già penalizzato da dazi al 25 per cento su acciaio e alluminio, sono i più esposti. Anche Airbus potrebbe subire un colpo, con gli Stati Uniti pronti a colpire duramente la sua concorrenza diretta a Boeing, che Bruxelles ha minacciato di colpire in caso di mancato accordo.

Chi rischia di più? Germania, Irlanda, Italia e Francia nel mirino

Tra i Paesi dell’Unione europea, la Germania è la più esposta. Nel 2024 Berlino è stata il maggior esportatore di beni verso gli Stati Uniti, grazie alle sue esportazioni di automobili e prodotti farmaceutici. Segue l’Irlanda, che rischia a causa della forte presenza di aziende farmaceutiche americane sul proprio territorio.

L’Italia potrebbe pagare un prezzo altrettanto alto. Le sue esportazioni verso gli Usa spaziano dai prodotti di lusso al settore automobilistico, dalla moda ai farmaci. Anche la Francia, sebbene meno dipendente, verrebbe colpita in segmenti strategici come quello aerospaziale e delle tecnologie avanzate.

Verso una nuova crisi commerciale? Il tempo stringe

Con poco più di un mese per trovare un accordo, la pressione sui mercati cresce. Le recenti dichiarazioni di Trump hanno gettato un’ombra su un processo negoziale già difficile, mentre a Bruxelles si intensificano i contatti diplomatici. Il commissario europeo per il commercio Maroš Šefčovič ha già avviato colloqui con le controparti statunitensi.

Secondo stime di Eurostat e della Conference Board, una tariffa del 20 per cento potrebbe abbattere lo 0,2 per cento del Pil annuo dell’Ue. Una tariffa del 50 per cento, secondo l’economista Maria Demertzis, potrebbe provocare una contrazione ben superiore, fino allo 0,5 per cento, aggravata dall’effetto psicologico e finanziario dell’incertezza.

EU exports of goods to the US, 2024
EU exports of goods to the US, 2024 Eurostat

L’Unione europea si trova a un bivio. Da un lato la necessità di proteggere i propri interessi strategici, dall’altro l’urgenza di evitare uno scontro frontale con gli Stati Uniti. La finestra negoziale è stretta, ma cruciale.

Se non verrà raggiunto un accordo entro il 9 luglio, il rischio è quello di una guerra commerciale che potrebbe riscrivere gli equilibri economici transatlantici, con costi elevatissimi per l’economia europea e una nuova recessione dietro l’angolo.

Vai alle scorciatoie di accessibilità
Condividi questo articolo Commenti

Notizie correlate

Trump rimanda i dazi del 50% per l'Ue, poi commenta la guerra in Ucraina: Non sono contento di Putin

Dazi, l'Ue rivede al ribasso le previsioni di crescita economica per il 2025: Italia +0,7%

Salari: nuove regole Ue su trasparenza ed equità: Italia in fondo alla classifica