I dati Istat di ottobre 2025 mostrano un lieve aumento delle vendite al dettaglio in valore (+1,3 per cento), ma i volumi restano fermi. Per le festività natalizie, il commercio italiano punta su promozioni e Black Friday per stimolare i consumi
Secondo i dati più recenti pubblicati dall'Istat, nel mese di ottobre 2025 le vendite al dettaglio in Italia mostrano qualche segno di ripresa, anche se con luci e ombre.
Su base tendenziale, le vendite registrano un aumento dell’1,3 per cento in valore, mentre le vendite in volume restano sostanzialmente invariate rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Il miglioramento nominale - cioè in euro spesi - è dunque positivo, ma l’assenza di variazioni nei volumi suggerisce che i consumi reali (quantità di beni acquistati) non siano cresciuti. Questo elemento pone un freno alle speranze di una ripresa significativa in vista delle festività.
Dal lato dell’inflazione, l’indice dei prezzi al consumo (NIC) di ottobre registra un +1,2 per cento su base annua. L’aumento dei prezzi continua a erodere il potere d’acquisto: dunque, anche con vendite in aumento nominale, l’impatto reale sulle famiglie resta limitato.
Parallelamente, gli indicatori di fiducia mostrano un timido miglioramento: l’indice di fiducia dei consumatori sale a 97,6 (da 96,8 di settembre) e anche il clima di fiducia tra le imprese del commercio al dettaglio cresce (da 93,7 a 94,3).
Il confronto con l’estate 2025
Il rimbalzo di ottobre va letto in un contesto più ampio: nel trimestre estivo (giugno‑agosto 2025) le vendite erano cresciute in modo sostenuto (+0,8 per cento in valore e +0,3 per cento in volume) rispetto al trimestre precedente.
Tuttavia, già ad agosto si era registrato un calo congiunturale: ‑0,1 per cento in valore e ‑0,3 per cento in volume rispetto a luglio. A settembre, la contrazione è proseguita con una flessione dello 0,5 per cento sia in valore che in volume.
Nel complesso del terzo trimestre (luglio‑settembre 2025), le vendite al dettaglio mostrano un modesto +0,1 per cento in valore, ma un calo dello 0,4 per cento in volume.
Questo andamento altalenante evidenzia che la “ripresa” di ottobre - per quanto incoraggiante - potrebbe essere in realtà un semplice rimbalzo tecnico, non un’inversione duratura di tendenza.
Il nodo dei prezzi e il potere d’acquisto
La discrepanza tra vendite in valore e in volume è il segnale più chiaro del problema: gli aumenti di prezzo stanno erodendo la capacità d’acquisto delle famiglie.
Anche nei casi in cui si registra un incremento dei consumi nominali, la quantità di beni acquistati non cresce, segno che molte famiglie tendono a spendere di più per acquistare la stessa quantità o addirittura a ridurre i consumi reali.
Con l’inflazione ancora su un +1,2 per cento annuo e prezzi dei beni e servizi in continua oscillazione, come evidenziato dall'Istat, la tentazione di rimandare spese non indispensabili è forte.
Natale 2025 e Black Friday: speranze moderate
Alla vigilia del periodo natalizio e con il Black Friday, il commercio guarda con attenzione al possibile effetto “riscatto” attraverso promozioni, sconti e acquisti dell’ultimo minuto, che potrebbero dare ossigeno al settore.
Tuttavia, la semplice fiducia delle imprese e dei consumatori - seppur in leggero aumento - non basta: servirà un’effettiva ripresa del potere d’acquisto. Se i prezzi continueranno a mordere i bilanci familiari, la spinta natalizia rischia di restare fiacca.
In questo contesto, molti operatori del commercio sperano che il miglioramento nominale di ottobre non resti un “picco isolato”, ma diventi il punto di partenza per un trimestre forte.
Le reazioni
I dati Istat sulle vendite al dettaglio di ottobre evidenziano segnali contrastanti per il commercio italiano. Federdistribuzione sottolinea come la stabilità dei volumi rifletta un contesto di incertezza, nonostante il rallentamento dell’inflazione e le iniziative promozionali come il Black Friday. Secondo una rilevazione Ipsos per Federdistribuzione, il 59 per cento degli italiani apprezza l’impegno del settore nel contenere i prezzi, ma l’86 per cento dei consumatori continua ad adottare strategie di cautela, cercando sconti o riducendo acquisti superflui.
Dall’altra parte, il Codacons evidenzia come a soffrire siano soprattutto i piccoli esercizi, con cali fino allo 0,8 per cento nelle vendite non alimentari, e segnala che nei primi dieci mesi dell’anno il volume complessivo delle vendite registra una flessione dello 0,7 per cento rispetto al 2024.
La fotografia complessiva mostra quindi un commercio in difficoltà, con l’auspicio che le festività di fine anno possano offrire un impulso positivo, mentre diventa cruciale sostenere famiglie e imprese per favorire una ripresa strutturale nel 2026.