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Fmi: “La crisi in Medio Oriente e le guerre commerciali oscurano le prospettive economiche"

Kristalina Georgieva ha parlato dello stato dell'economia globale con Euronews.
Kristalina Georgieva ha parlato dello stato dell'economia globale con Euronews. Diritti d'autore  Euronews
Diritti d'autore Euronews
Di Peggy Corlin & Oleksandra Vakulina
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La direttrice del Fmi avverte: il conflitto in Medio Oriente e le tensioni commerciali guidate dagli Usa rallenteranno la crescita globale. "Viviamo in un mondo di shock e incertezza"

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La crescita globale è destinata a rallentare ulteriormente a causa della combinazione esplosiva tra l’instabilità in Medio Oriente e il ritorno delle tensioni commerciali internazionali. A lanciare l’allarme è Kristalina Georgieva, direttrice del Fondo monetario internazionale, in un’intervista rilasciata a Euronews.

"Essere colpiti da una guerra commerciale ha delle conseguenze. Abbiamo già previsto un calo della crescita globale di mezzo punto percentuale", ha dichiarato Georgieva, sottolineando che l’attuale clima geopolitico "accresce l’incertezza ed è negativo per gli affari".

Trump, dazi e diplomazia economica sotto pressione

Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca ha innescato un’ondata di tariffe e barriere che minacciano il sistema commerciale multilaterale. Dopo aver imposto dazi su Messico e Canada, l’ex presidente ha riacceso il conflitto con la Cina – con tariffe reciproche che superano ormai il 100 per cento – e, dal 2 aprile, ha allargato il fronte anche all’Unione europea.

Nel cosiddetto "Giorno della Liberazione", Trump ha annunciato nuove tariffe su acciaio (50 per cento), automobili (25 per cento) e beni industriali europei (10 per cento). Una tregua commerciale di 90 giorni è in corso, ma scadrà il 9 luglio, lasciando l’Europa in un limbo negoziale.

Il Medio Oriente complica lo scenario globale

Alla guerra commerciale si aggiunge la crescente instabilità in Medio Oriente. L’escalation tra Israele, Iran e le milizie alleate sta spingendo il prezzo del petrolio verso l’alto e generando timori nei mercati. Per il Fmi, questo significa ulteriori pressioni sull’inflazione e sulle catene di approvvigionamento globali.

"Viviamo in un mondo più incline agli shock, un mondo di maggiore incertezza - ha affermato Georgieva - Per questo, i Paesi devono rafforzare la propria resilienza interna con riforme strutturali solide".

Segnali positivi, ma fragili

Nonostante il contesto difficile, Georgieva ha voluto anche sottolineare alcuni sviluppi incoraggianti. Tra questi, il recente accordo commerciale tra Cina e Stati Uniti, oltre a un’intesa separata tra Washington e Londra, definita "promettente" per l’equilibrio del commercio internazionale.

"Siamo in una situazione migliore rispetto a qualche mese fa", ha dichiarato, pur riconoscendo che la crescita resta debole.

L’Europa difende il commercio multilaterale

Nel caos globale, l’Unione europea si sta muovendo per difendere un sistema commerciale basato su regole. «In Europa stiamo assistendo a un aumento degli accordi bilaterali e plurilaterali», ha spiegato Georgieva. Bruxelles sta infatti intensificando i negoziati con paesi dell’Indo-Pacifico, America Latina e Africa.

La strategia di diversificazione dell’Ue, che punta a ridurre la dipendenza dalle grandi potenze economiche, è vista dal Fmi come una “grande occasione”. L’Europa, ha aggiunto Georgieva, “può diventare il pilastro di un nuovo ordine commerciale internazionale più stabile e inclusivo”.

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