La fiducia dei consumatori nell’eurozona crolla ad aprile ai minimi da fine 2022. Cresce la pressione su Lagarde e sulla Bce mentre il Fmi taglia le previsioni di crescita globale e gli effetti delle tensioni commerciali si fanno sentire su mercati e famiglie
Le famiglie europee stanno affrontando un crescente clima di incertezza economica.
Secondo l’ultima stima flash della Commissione europea, ad aprile la fiducia dei consumatori nell’area euro è scesa di 2,2 punti percentuali, toccando quota -16,7: si tratta del dato più basso dalla fine del 2022. Anche nell’intera Unione Europea si registra un calo simile (-2,1 punti), con l’indicatore ora ben lontano dalla media di lungo periodo.
Il calo è il secondo consecutivo e arriva in un momento critico, segnato da nuovi shock esterni, in particolare sul fronte del commercio globale.
Ondata protezionista e volatilità sui mercati
Dall’inizio di febbraio, gli Stati Uniti hanno introdotto una raffica di dazi contro numerosi partner commerciali, culminati con l’estensione quasi universale delle tariffe il 2 aprile. Le reazioni non si sono fatte attendere: borse in calo e rendimenti obbligazionari in crescita, alimentando l’instabilità finanziaria.
Il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al ribasso le prospettive di crescita globale nel suo World Economic Outlook di aprile, portando le stime per il 2024 al 2,8 per cento (dal 3,3 per cento). Gli Usa dovrebbero crescere solo dell’1,8 per cento nel 2025, in netto calo rispetto al 2,7 per cento previsto a gennaio.
Eurozona lenta, Spagna in controtendenza
Per l’area euro, il Fmi prevede una crescita modesta dello 0,8 per cento nel 2025, in calo di 0,2 punti rispetto alle precedenti stime. Un piccolo miglioramento è atteso nel 2026, con una crescita prevista dell’1,2 per cento. Tutte le maggiori economie dell’eurozona hanno subito revisioni al ribasso, ad eccezione della Spagna, che dovrebbe crescere del 2,5 per cento nel 2025 (+0,2 punti).
Lagarde: “Restiamo dipendenti dai dati”
La presidente della Bce, Christine Lagarde, ha dichiarato in un’intervista a CNBC che le prossime mosse sui tassi saranno basate sui dati in arrivo: “O tagliamo o ci fermiamo, ma le nostre decisioni saranno guidate dai dati”.
La scorsa settimana la BCE ha abbassato i tassi di deposito di 25 punti base al 2,25 per cento, primo taglio in oltre un anno. I mercati scontano ora altri tre tagli entro la fine del 2025.
Lagarde ha anche ribadito la necessità di abbattere le barriere commerciali interne per sostenere la crescita, sottolineando l’impatto negativo dei dazi esterni.
Borse europee incerte, l’euro perde terreno
Sul fronte dei mercati, martedì l’euro ha perso lo 0,4 per cento sul dollaro, scendendo a quota 1,1460. Gli indici azionari europei hanno chiuso in modo misto: l’Euro STOXX 50 ha registrato un calo dello 0,4 per cento, mentre il DAX tedesco è salito dello 0,2 per cento.
Tra i migliori titoli figurano L’Oréal (+5,2 per cento), Vivendi (+3,3 per cento) e Volkswagen (+2,4 per cento), mentre SAP, Schneider Electric, UniCredit e Airbus hanno perso tra il 3 per cento e il 3,5 per cento.
L’indice più ampio, Euro STOXX 600, ha chiuso in ribasso dello 0,1 per cento. Puma ha guidato i rialzi con un +6,9 per cento, seguita da Sartorius (+6 per cento). In forte calo Stellantis (-8,6 per cento) e Novo Nordisk (-8,3 per cento).