La mediazione segna un cambiamento rispetto ai precedenti colloqui di pace guidati dall'Angola, che escludevano l'M23 e si concentravano invece sul ruolo del Ruanda nel conflitto
L'Angola ha annunciato martedì che agirà come mediatore nel conflitto in corso tra la Repubblica Democratica del Congo e il gruppo ribelle M23 sostenuto dal Ruanda. È quanto si apprende dalla dichiarazione rilasciata dall'ufficio del presidente angolano.
Il presidente congolese Félix Tshisekedi si è recato in Angola per esplorare la possibilità di un processo di pace. La dichiarazione ha confermato che Luanda inizierà a stabilire contatti sia con Kinshasa che con i ribelli dell'M23, con negoziati diretti che avranno luogo nei prossimi giorni.
Questa mossa segna un cambiamento nell'approccio dell'Angola, poiché i precedenti colloqui di pace ospitati dal Paese avevano escluso l'M23, concentrandosi invece sull'impegno con il Ruanda.
L'M23 è uno dei circa 100 gruppi armati che operano nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, ricca di minerali, dove il conflitto ha creato una delle peggiori crisi umanitarie al mondo con oltre 7 milioni di sfollati.
Secondo gli esperti delle Nazioni Unite, l'M23 è sostenuto da circa 4.000 truppe ruandesi e, a volte, ha minacciato di avanzare per oltre 1.600 chilometri fino alla capitale della RDC.
In una rapida offensiva di tre settimane, l'M23 ha preso il controllo di Goma, la città più grande del Paese, e il mese scorso ha conquistato Bukavu, la seconda più grande.
In mezzo all'intensificarsi del conflitto, il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha avviato un'indagine sulle accuse di gravi violazioni dei diritti umani da parte di entrambe le parti, tra cui stupri ed "esecuzioni sommarie".