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Repubblica democratica del Congo, a Kinshasa attaccate le ambasciate. Quindici italiani nel Paese

Proteste a Kinshasa
Proteste a Kinshasa Diritti d'autore  Samy Ntumba Shambuyi/Copyright 2021 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Samy Ntumba Shambuyi/Copyright 2021 The AP. All rights reserved.
Di Stefania De Michele
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Disordini vengono segnalati nei pressi delle ambasciate di Francia, Stati Uniti, Belgio e Ruanda, come protesta per la situazione militare a Goma. Il ministro degli Esteri Tajani in contatto con l'ambasciatore Sorrentino

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Si infiammano le proteste nella Repubblica democratica del Congo. A Kinshasa diverse ambasciate sono state attaccate dai manifestanti.

Disordini vengono segnalati nei pressi delle ambasciate di Francia e Stati Uniti. Sono stati appiccati incendi sia alla rappresentanza diplomatica statunitense che a quella francese. Secondo alcune fonti sarebbe stata vandalizzata l'ambasciata del Belgio, ex Stato colonizzatore del Paese africano.

Sarebbero state attaccate anche le rappresentanze diplomatiche di Uganda, Ruanda e Kenya. Quest'ultimo, ha condannato l'attacco della "folla impazzita" verso la sua ambasciata.

Il ministro degli Esteri francese Barrot: "attacchi inammissibili"

Gli attacchi contro l'ambasciata di Francia a Kinshasa sono "inammissibili". Lo ha scritto su X il ministro degli Esteri francese, Jean-Noel Barrot.

Il titolare della diplomazia francese ha spiegato che l'incendio appiccato dagli assalitori nell'ambasciata è stato domato. È stato messo in atto tutto il necessario "per assicurare la sicurezza dei nostri agenti e cittadini", ha scritto Barrot.

Il Tweet di Jean Noel Barrot, ministro degli Esteri francese: "La situazione a Kinshasa è inaccettabile"

Gli italiani rimasti a Goma

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha avuto un colloquio telefonico con l'ambasciatore a Kinshasa, Dino Sorrentino. La sede italiana non è stata coinvolta. L'ambasciata, fa sapere la Farnesina, è in costante contatto con i connazionali nel Paese.

Il Tweet di Tajani sulla situazione in Repubblica Democratica del Congo

A Goma gli italiani sono rimasti in 15, in buona parte religiosi, cooperanti e residenti abituali. In parallelo è stata attivata la nostra ambasciata a Kampala, responsabile per il Ruanda, nel caso si rendano necessari interventi di assistenza oltre confine. Alcuni connazionali sono già usciti verso il Ruanda.

In particolare si è risolto positivamente il caso di Marco Rigoldi, giunto con la moglie incinta a Kigali dopo un'evacuazione sopraintesa dall'ambasciata a Kinshasa, dall'Unità di Crisi e dall'ambasciata a Kampala.

Ospedali congestionati a Goma

Secondo i dipendenti dell'Onu sul posto, a Goma gli ospedali "sono sopraffatti" dai feriti e "molti corpi" sono sparsi per le strade della città a causa degli scontri tra l'esercito congolese e i ribelli dell'M23. Lo riporta Rfi.

Attualmente ci sono centinaia di persone in ospedale, la maggior parte ricoverate con ferite da arma da fuoco”, ha detto Adelheid Marschang, coordinatrice della risposta alle emergenze dell’Oms per la Repubblica democratica del Congo, durante una riunione a Ginevra. "Stiamo cercando di fare quello che possiamo per selezionare coloro che possono ancora essere salvati", ha aggiunto.

Secondo il comitato internazionale della Croce Rossa (Icrc) la situazione nell'ospedale di Sake, in Nord Kivu, è critica: Il team dell'ospedale di Ndosho ha fatto sapere che sta avendo enormi difficoltà nel trattare i tantissimi feriti provenienti dalla vicina città di Goma.

Il rischio ebola

Il Comitato Croce Rossa internazionale (Cicr) teme inoltre che si possa scatenare una nuova epidemia in Rdc: infatti, nei suoi laboratori sono custoditi dei campioni del virus ebola, utilizzati per la ricerca medica.

Il Cicr si è "molto preoccupato per la situazione nel laboratorio dell'Istituto nazionale di ricerca biomedica, che rischia interruzioni di corrente", dichiara Patrick Youssef, direttore regionale del Cicr per l'Africa. Parlando ai giornalisti a Ginevra, Youssef ha sottolineato l'importanza di "conservare i campioni che potrebbero essere interessati dagli scontri".

In caso questi campioni venissero rilasciati, le conseguenze potrebbero essere devastanti non solo per la città di Goma, ma anche per tutto il Congo e per i Paesi limitrofi.

La condanna dell'Ue

"Condanniamo fermamente la rinnovata offensiva dell'M23 sostenuto dalle Forze armate ruandesi, inclusa la cattura della città di Goma. La continua avanzata dell'M23 è una violazione inaccettabile del cessate il fuoco e aggrava ulteriormente la crisi umanitaria", ha dichiarato il portavoce dell'Ue per la Politica estera, Anouar El Anouni.

"Gli Stati membri condannano l'escalation ed esortano il Ruanda a revocare il suo sostegno all'M23 e a ritirare le sue truppe dalla RdC", aggiunge El Anouni.

La Commissione europea annuncia 60 milioni di aiuti nel 2025

Non solo condanna, però. Nel pomeriggio di martedì, la Commissione europea ha rilasciato un comunicato in cui si dice: "pronta a potenziare l'assistenza di emergenza, in particolare per le popolazioni recentemente sfollate a Goma e dintorni". I nuovi finanziamenti sosterranno anche i bisogni delle popolazioni colpite dalle epidemie.

L'Ue è uno dei principali donatori della Repubblica Democratica del Congo. Da inizio 2023, i sostegni alla popolazione congolese hanno già superato la soglia di 272 milioni di euro, a cui si aggiunge il contributo in termini di personale umanitario e merci nella parte orientale del Paese.

Gli eventi a Goma il 28 gennaio

Nella giornata di lunedì, la milizia M23 ha annunciato di aver occupato la città di Goma. Si tratta di un "ritorno", dopo l'effimera occupazione di una settimana nel 2012.

Questo aveva costretto alla fuga le organizzazioni umanitarie, che avevano lasciato sguarnito il fronte degli aiuti alla popolazione civile: nello specifico, rappresentanti del World food program (Wfp) avevano annunciato di essere stati costretti a ritirarsi dalla città per le aggressioni subite.

Inoltre, alcuni colpi di artiglieria erano partiti da Goma ed erano arrivati in territorio ruandese, facendo cinque vittime e 25 feriti. Il Ruanda aveva risposto schierano l'esercito al confine.

Questo aveva portato alle proteste contro le ingerenze ruandesi nella politica della Repubblica Democratica del Congo, che si erano trasformate in manifestazioni anche contro l'attuale presidente Paul Kagame e poi negli assalti alle ambasciate della giornata di oggi.

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