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Goma, combattimenti nella Repubblica democratica del Congo: ribelli dell'M23 hanno preso la città

 Un veicolo blindato delle Nazioni Unite brucia durante gli scontri con i ribelli dell'M23 fuori Goma, Repubblica Democratica del Congo, sabato 25 gennaio 2025. (Foto AP/Moses Sawasawa)
Un veicolo blindato delle Nazioni Unite brucia durante gli scontri con i ribelli dell'M23 fuori Goma, Repubblica Democratica del Congo, sabato 25 gennaio 2025. (Foto AP/Moses Sawasawa) Diritti d'autore  Moses Sawasawa/Copyright 2021 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Moses Sawasawa/Copyright 2021 The AP. All rights reserved.
Di Daniel Bellamy Agenzie: AP
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito domenica in emergenza e ha chiesto un cessate il fuoco. Il programma alimentare mondiale costretto a evacuare: aiuti umanitari bloccati per 800mila persone. La gente scende in piazza a Kinshasa contro il Ruanda e il presidente Paul Kagame

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Spari al confine fra Ruanda e Congo nel pomeriggio del 27 gennaio: lo stato maggiore ruandese dice che un colpo ha varcato la frontiera, ferendo venticinque persone e uccidendone cinque. Le autorità di Kigali hanno risposto schierando i tank al confine con la Repubblica Democratica del Congo.

Secondo quanto riportato da Rfi, televisione francese, si sono uditi spari nella regione del nord Kivu. In quest'area si trova Goma, centro che sembra essere stato conquistato dai ribelli della milizia M23.

Coinvolte nell'attacco anche sedi di Ong e ospedali, con i rappresentanti del Programma alimentare mondiale (Pam) che hanno sospeso l'assistenza nel Nord Kivu. "Torneremo appena le circostanze lo permetteranno", ha specificato un loro rappresentante. Ma intanto 800mila persone restano senza assistenza.

La situazione a Goma

Si spara ancora a Goma, dopo l'annuncio di un gruppo ribelle sostenuto dal vicino Ruanda di avere conquistato la principale città nell'est della Repubblica Democratica del Congo (Rdc) e la richiesta di porre fine all'offensiva domenica, in una riunione di emergenza, dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

L'avanzata dei ribelli dell'M23 ha costretto finora migliaia di persone nell'est dell'Rdc, una zona ricca di minerali, ad abbandonare le loro case e sollevato il timore dell'evoluzione del conflitto interno in una guerra regionale.

Testimoni hanno riferito alle agenzie Reuters e France Press di saccheggi, sparatorie e colpi di artiglieria nella zona dell'aeroporto e nel centro della città, che conta circa 2 milioni di abitanti.

È stata segnalata anche un'evasione di massa dalla prigione municipale, che ospitava circa 3 mila detenuti, con diversi morti.

I ribelli hanno ordinato ai soldati governativi di arrendersi entro le 3:00 ora locale di lunedì e un centinaio di soldati congolesi ha consegnato le armi alle truppe della missione di pace delle Nazioni Unite in Congo (Monusco), che lavora nel Paese da vent'anni e dispone di 14mila unità.

Il presidente del Kenya, William Ruto, che è anche al vertice della Comunità dell'Africa orientale, terrà una riunione d'emergenza dei capi di Stato regionali sulla situazione.

Persone ferite nei combattimenti tra i ribelli dell'M23 e le forze armate arrivano all'ospedale Cbeca Ndosho di Goma, Repubblica Democratica del Congo, (23 gennaio 2025)
Persone ferite nei combattimenti tra i ribelli dell'M23 e le forze armate arrivano all'ospedale Cbeca Ndosho di Goma, Repubblica Democratica del Congo, (23 gennaio 2025) Moses Sawasawa/Copyright 2021 The AP. All rights reserved.

Chi sono i ribelli dell'M23 che avanzano nella Repubblica democratica del Congo

La Repubblica Democratica del Congo è vasta all'incirca come l'Europa occidentale e al suo interno operano varie milizie sulla scia di due guerre regionali, scaturite dal genocidio del 1994 in Ruanda ai danni dell'etnia Tutsi.

L'M23 è un gruppo ben armato che dichiara di volere proteggere la popolazione Tutsi nell'Rdc ed è composto principalmente da soldati di questa etnia staccatisi dall'esercito congolese oltre dieci anni fa.

Negli ultimi giorni i combattimenti con i ribelli dell'M23 hanno provocato la morte di almeno 13 peacekeepers stranieri, hanno dichiarato sabato le Nazioni Unite, che stanno evacuando il proprio personale dal Paese.

Due militari sudafricani sono stati uccisi venerdì, mentre un Casco Blu uruguaiano è morto sabato, ha dichiarato un funzionario delle Nazioni Unite all'Associated Press.

Sono deceduti negli scontri anche tre Caschi Blu del Malawi e sette militari della missione della Comunità per lo Sviluppo dell'Africa Meridionale (Samidrc) presente nel Paese dal 2021.

L'Onu ritiene che il Ruanda abbia dispiegato tra i 3 e i 4 mila soldati al fianco dei ribelli. Il Consiglio di Sicurezza ha denunciato domenica il "flagrante disprezzo" per la sovranità e l'integrità territoriale del Paese chiedendo il ritiro delle "forze esterne".

Anche Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna hanno condannato la posizione del Ruanda, che ha respinto l'accusa incolpando il governo dell'Rdc di questa escalation.

“I combattimenti vicino al confine ruandese continuano a rappresentare una seria minaccia per la sicurezza e l'integrità territoriale del Ruanda e richiedono una posizione difensiva”, ha dichiarato il ministero degli Esteri di Kigali, che l'anno scorso ha ammesso di avere truppe e sistemi missilistici nell'est dell'Rdc.

Interviene anche il Belgio, ex potenza coloniale a Kinshasa. "La situazione è inaccettabile e viola il diritto internazionale e umanitario. La sovranità della Repubblica Democratica va rispettata da tutti", dice il ministro degli esteri del Belgio, Bernard Quintin.

Il ministero degli Affari Esteri della Romania ha comunicato che alcuni connazionali si trovano bloccati nella provincia confinante del Nord Kivu, a causa dell'intensificarsi dell'offensiva ribelle.

A Kinshasa nel frattempo manifestazioni contro il presidente Paul Kagame

Nelle strade della capitale Kinshasa si protesta nel frattempo contro l'ingerenza del Ruanda, accusato di essere il protettore di M23.

Sul web circolano immagini di manifestanti che danno alle fiamme le bandiere del Ruanda e le foto del presidente Paul Kagame.

A Bakavu, poco più a sud di Goma, è segnalata da Agence France Press una manifestazione di sostegno ai soldati impegnati sul fronte orientale.

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