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Venezuela, Procura convoca leader dell'opposizione che attacca: "ingiustificata provocazione"

Edmundo Gonzalez
Edmundo Gonzalez Diritti d'autore Cristian Hernandez/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Cristian Hernandez/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di Euronews en español
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in spagnolo

Edmundo González ha attaccato la Procura per averlo chiamato a testimoniare in un'indagine. Il leader dell'opposizione ha detto che la convocazione è "senza garanzie di indipendenza e di un giusto processo". Intano cresce la pressione internazionale su Nicolás Maduro

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Edmundo González ha attaccato la Procura del Venezuela per averlo convocato a testimoniare in un'indagine ritenendo la chiamata "priva di garanzie di indipendenza e di un giusto processo". Il leader del partito Piattaforma unitaria democratica (Pud) - che denuncia brogli nelle elezioni del 28 luglio che hanno riportato alla vittoria Nicolás Maduro - è accusato di diversi reati tra cui cospirazione e di istigazione alla disobbedienza contestando i risultati elettorali.

In una dichiarazione pubblicata sulle sue piattaforme social, il candidato della principale coalizione di opposizione ha detto che la Procura non ha specificato "in quali condizioni si aspetta che si presenti" alla convocazione, prevista per le 10 (ora locale) di questo lunedì. Edmundo González non ha specificato se si presenterà.

"Il procuratore generale della Repubblica si è ripetutamente comportato come un accusatore politico", ha detto González di Tarek William Saab. Nelle sue funzioni di capo della Procura, "condanna in anticipo e ora preme per una convocazione senza garanzie di indipendenza e per un giusto processo".

Da settimane González chiede a Maduro trasparenza e lo accusa di aver usato la violenza per reprimere le manifestazioni nate dopo la pubblicazione dei risultati elettorali. "La soluzione non sta nella repressione", ha detto chiedendo insistentemente una "verifica internazionale indipendente e affidabile" de voti "che non può essere sostituita da una sentenza dettata al di fuori della Costituzione".

Il leader della Pud ha affermato che il suo partito pubblicherà le copie delle schede in loro possesso e cercherà di promuovere "formule per una transizione ordinata e pacifica e con garanzie per tutti".

Si intensificano le critiche internazionali

Diverse voci internazionali si sono fatte avanti dallo scorso 28 luglio. Per molti i risultati elettorali non sono attendibili. Sabato, l'Alto rappresentante dell'Unione europea Josep Borrell ha ribadito che Nicolás Maduro non ha ancora "fornito le prove pubbliche necessarie" per dimostrare di essere il vincitore delle elezioni di luglio. L'Ue si è unita a numerosi Paesi dell'America Latina e agli Stati Uniti nel respingere la certificazione annunciata dall'alta corte venezuelana.

"Solo i risultati completi e verificabili in modo indipendente saranno accettati e riconosciuti", ha dichiarato Borrell.

Ma il governo venezuelano ha definito le sue dichiarazioni "interventiste". Il ministero degli Esteri venezuelano ha dichiarato sabato in un comunicato che la "continua mancanza di rispetto" dell'Ue per la sovranità del Venezuela potrebbe "influenzare considerevolmente le relazioni diplomatiche, politiche ed economiche".

Anche i leader di Brasile e Colombia - alleati di Maduro -, hanno richiesto la pubblicazione dei tabulati, affermando che "la credibilità del processo elettorale può essere ripristinata solo attraverso la pubblicazione trasparente di dati disaggregati e verificabili". Ma Luiz Inácio Lula da Silva e Gustavo Petro non si sono spinti fino a rifiutare la decisione della Corte Suprema.

I due leader hanno dichiarato di "prendere atto" della sentenza del tribunale e hanno anche invitato i protagonisti politici venezuelani a "evitare di ricorrere ad atti di violenza e repressione" dopo che le forze di sicurezza hanno arrestato più di 2mila persone durante le manifestazioni scoppiate a seguito della pubblicazione dell'esito del voto.

Nicolás Maduro, al potere dal 2013, sostiene di aver vinto anche queste scorse elezioni, ma finora si è rifiutato di rendere noti i risultati. Ma per l'opposizione il presidente venezuelano ha rubato i voti.

I volontari dell'opposizione sono riusciti a raccogliere le copie dell'80 per cento di schede elettorali in 30mila seggi del Paese. Per l'opposizione le cartelle mostrano la vittoria di Edmundo Gonzalez con un rapporto di oltre 2 a 1, numeri non confermati dalla Corte Suprema e altri enti governativi che dicono che questi risultati sono stati falsificati.

Risorse addizionali per questo articolo • AP

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