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Sven-Göran Eriksson è morto, l'ex allenatore aveva 76 anni

L'ex allenatore Sven-Göran Eriksson
L'ex allenatore Sven-Göran Eriksson Diritti d'autore MURAD SEZER/AP
Diritti d'autore MURAD SEZER/AP
Di Andrea Barolini
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Dopo una grave malattia, l'ex allenatore di calcio Sven-Göran Eriksson è morto in Svezia

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Sven-Göran Eriksson non ce l'ha fatta. Non ha superato la grave malattia che lo aveva colpito mesi fa, e che lui stesso aveva annunciato.

È morto all'età di 76 anni nella sua casa a Sunne, in Svezia, circondato dai familiari. Immediate e numerosissime le reazioni di tifosi e in generale del mondo dello sport e della politica.

Il mondo delle sport piange la morte di Eriksson

"La S.S. Lazio piange la scomparsa di Sven-Göran Eriksson" ha dichiarato in una nota il presidente biancoceleste Claudio Lotito. "Non è stato solo l'allenatore più vincente nella storia della società, ma soprattutto un uomo integerrimo e una persona squisita".

"Questi ultimi mesi affrontati con grande forza e una voglia di vivere unica sono stati una ulteriore dimostrazione della sua grandezza" ha scritto sui profili social dell'Inter l'allenatore nerazzurro Simone Inzaghi, attaccante dello scudetto del 2000 della Lazio.

"A nome della comunità calcistica europea, tutti all'interno della Uefa sono profondamente addolorati nell'apprendere della scomparsa di Sven Göran Eriksson" ha scritto la Uefa sui suoi profili social, celebrando le vittorie dell'allenatore svedese (la Coppa Uefa con l'Ifk Göteborg nel 1982 e la Coppa delle Coppe e la Supercoppa europea con la Lazio nel 1999.

Dal Regno Unito sono arrivati anche i ricordi del primo ministro Keir Starmer ("Sarà ricordato per il suo straordinario contributo al calcio inglese che ha portato gioia a così tante persone nel corso degli anni") e del Principe William ("L'ho incontrato diverse volte quando era allenatore dell'Inghilterra e sono sempre rimasto colpito dal suo carisma e dalla sua passione per il calcio. Un vero gentiluomo del calcio").

I trionfi con la Lazio, le nazionali, i club cinesi: la lunga carriera dell'allenatore svedese

Ex allenatore di calcio, in Italia ha allenato Roma, Fiorentina, Sampdoria e Lazio. Con i biancocelesti il traguardo più importante, nel 2000, con la vittoria dello scudetto.

La prima esperienza con i giallorossi risale invece agli anni Ottanta, quando arrivò dopo aver allenato il Benfica in Portogallo: anche in quel caso sfiorando il primo posto in campionato, nella stagione 1985-1986. Ha vinto anche due Supercoppe Italiane, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Europea, oltre a quattro Coppe Italia.

La lunga carriera lo ha portato però a sedere su numerose panchine, comprese quelle delle nazionali inglese, che ha guidato nel periodo 2001-2006, messicana e ivoriana. È stato quindi tecnico di squadre di club in Inghilterra (Manchester City e Leicester), Emirati Arabi Uniti (Al-Nasr) e Cina (Guangzhou, Shanghai e Shenzhen). L'ultima esperienza da allenatore risale al 2018-2019, quando ha guidato la nazionale delle Filippine.

Le parole di Eriksson nel documentario prodotto da Amazon Prime e prossimamente disponibile

La speranza di Eriksson "di essere ricordato come un uomo positivo"

Noto per i modi di fare sempre cordiali e pacati, Eriksson nello scorso mese di gennaio aveva rivelato di essere stato colpito da un cancro al pancreas e di non avere per questo più di un anno di vita di fronte a sé. Di recente gli erano stati tributati onori da più parti, e un documentario dedicato a lui è stato presentato dalla piattaforma Amazon (andrà in onda prossimamente).

L'ex allenatore ha avuto il tempo di ringraziare "tutti: allenatori, giocatori, pubblico. È stato fantastico. Prendetevi cura di voi stessi, prendetevi cura della tua vita e vivetela. Fino alla fine. Ho avuto una bella vita, sì", ha affermando, manifestando la speranza di essere ricordato "come un uomo positivo".

Sarà ossevato un minuto di silenzio lunedì sera nelle ultime due partite della seconda giornata di Serie A e B e il prossimo turno su tutti i campi.

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