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Estrazioni minerarie in acque profonde: la maggioranza degli italiani è contro

Una tartaruga nuota nella barriera corallina Moore nel Queensland in Australia
Una tartaruga nuota nella barriera corallina Moore nel Queensland in Australia Diritti d'autore Sam McNeil/Copyright {2022} The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Sam McNeil/Copyright {2022} The AP. All rights reserved
Di Euronews
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Una ricerca rappresentativa sulle estrazioni minerarie in acque profonde è stata condotta da Ipsos e commissionata da Wwf Italia, The Deep Sea Conservation Coalition, Seas at Risk e il movimento dei cittadini WeMove Europe. In Italia il sondaggio ha rivelato che 6 italiani su 10 sono contrari

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Sei italiani su dieci contrari alle estrazioni minerarie in acque profonde e favorevoli a un divieto temporaneo per il nuovo settore. Sono questi i risultati emersi da una ricerca pubblicata il 29 luglio condotta da Ipsos e commissionata da Wwf Italia, la Ong olandese The Deep Sea Conservation Coalition, la belga Seas at Risk e il movimento dei cittadini WeMove Europe.

Secondo Wwf "il risultato emerge in un momento cruciale quando i governi di tutto il mondo si danno appuntamento davanti all’International Seabed Authority (ISA) di Kingston, in Giamaica, per negoziare sull’eventuale apertura dei nostri Oceani alle estrazioni minerarie in acque profonde, malgrado le crescenti opposizioni globali e i considerevoli dubbi normativi e ambientali".

Il sondaggio Ipsos

L'indagine è stata condotta nel periodo compreso tra il 3 il 7 luglio per sondare le opinioni di italiani, belgi e polacchi sulle estrazioni in acque profonde. Su un campione di 3mila persone nei tre Paesi il 56 per cento è risultata contraria all’estrazione mineraria in acque profonde e ne sostiene un divieto temporaneo. Il 33 per cento approva l’estrazione mineraria se i danni fossero limitati, mentre il 7 non ha espresso alcuna opinione a riguardo. Solo il 4 per cento degli intervistati è a favore dell'estrazione mineraria.

Per quanto riguarda l'Italia il 60 per cento delle persone vorrebbe che il deep-sea mining fosse proibito, il 29 per cento è favorevole ad autorizzarlo se i danni fossero limitati, mentre il 5 per cento afferma di non avere un’opinione formata e soltanto il 6 per cento vuole autorizzare questa pratica senza riserve.

"Gli scienziati ci avvertono che abbiamo bisogno di più tempo per comprendere meglio il mare", ha dichiarato a Euronews Rachel Walker-Konno, attivista di WeMove Europe.

Estrazioni minerarie in acque profonde: cosa chiedono le Ong

Finora solo 31 Paesi al mondo sostengono un divieto al deep-sea mining, una moratoria o una pausa preventiva, di cui dieci sono membri dell’Unione europea. La Francia è l’unico Stato membro a imporre un divieto, Danimarca, Svezia, Finlandia, Germania, Portogallo, Spagna, Irlanda, Grecia e Malta sostengono una pausa finché non saranno disponibili più dati.

Le organizzazioni non governative che hanno condotto il sondaggio chiedono all’Italia, "prima che sia troppo tardi, di supportare una moratoria o una sospensione temporanea delle estrazioni minerarie in acque profonde all’appuntamento dell’International Seabed Authority".

Estrazioni minerarie in acque profonde: cosa sono

Le estrazioni minerarie in acque profonde sono una pratica di estrazione di metalli e minerali presenti nei fondali marini. Secondo alcuni scienziati, dice il Wwf, "questa attività provocherebbe impatti permanenti e irreversibili su specie ed ecosistemi dei fondali, metterebbe a rischio la capacità degli oceani di sequestrare e immagazzinare carbonio, oltre ad altri effetti dannosi di vasta portata sulla colonna d’acqua".

Al momento le estrazioni minerarie in acque profonde internazionali a fini commerciali non sono ancora iniziate.

A partire da questa settimana, nella cornice dell’Isa, un'organizzazione creata nell'ambito delle Nazioni Unite nel 1994, gli Stati membri, fra cui l’Italia, dovranno decidere se autorizzare il cosiddetto deep-sea mining.

Lo scorso gennaio l'Assemblea norvegese ha approvato una legge sull'estrazione mineraria su larga scala dai fondali marini dando il via libera all'estrazione mineraria in acque profonde in un'area di 81mila chilometri quadrati attorno all'arcipelago artico delle Svalbard.

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