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Meloni: no ad armi Nato all'Ucraina contro la Russia, sì ad alleanza con Popolari di von der Leyen

La premier italiana Giorgia Meloni attende l'arrivo del primo ministro dell'Autorità nazionale palestinese, Mohammad Mustafa a Roma  (25 maggio 2024)
La premier italiana Giorgia Meloni attende l'arrivo del primo ministro dell'Autorità nazionale palestinese, Mohammad Mustafa a Roma (25 maggio 2024) Diritti d'autore Mauro Scrobogna/LaPresse
Diritti d'autore Mauro Scrobogna/LaPresse
Di Gabriele Barbati
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La premier italiana replica a Stoltenberg sull'ipotesi che l'Ucraina usi le armi fornite dalla Nato per attaccare in territorio russo. In piena campagna per le elezioni europee, Meloni tocca vari temi in diverse interviste. Fa discutere lo spot elettorale su La7

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L'Italia e la Nato devono "essere molto prudenti", pur mantenendo il supporto all'Ucraina, ha detto domenica la premier Giorgia Meloni, commentando l'invito ai membri dell'Alleanza atlantica da parte del segretario generale Stoltenberg di considerare la possibilità che Kiev utilizzi le armi fornite da Europa e Stati Uniti anche per attaccare la Russia.

L'idea era già stata criticata da maggioranza e opposizione ma la premier, ospite del programma di RaiTre In mezz'ora, ha voluto ribadire l'obiettivo della fine e non di un'escalation della guerra in Ucraina.

Già a inizio anno l'ipotesi del presidente francese, Emmanuel Macron, di inviare a un certo punto del conflitto soldati in Ucraina aveva sollevato l'opposizione della Germania e, a seguire, dell'Italia e di altri Paesi Ue.

I confronti di Meloni: con Stoltenberg, Renzi e Mentana

Meloni, che in poche occasioni si è concessa a interviste o a conferenze stampa in quasi due anni di governo, è stata protagonista anche di altre dichiarazioni in questi giorni di campagna elettorale per le europee (a cui è candidata come capolista di Fratelli d'Italia in tutte le circostrizioni). 

Nelle stessa intervista alla Rai, la premier ha detto che "chiederà di essere giudicata dagli italiani alla fine della legislatura". Un riferimento all'ipotesi di dimissioni se la riforma costituzionale, sostenuta dalla sua maggioranza e che darebbe maggiori poteri al Presidente del Consiglio, non venisse approvata in un referendum popolare. 

"Chi se ne importa" ha detto la premier, nonostante un suo predecessore, Matteo Renzi, si sia dimesso proprio in conseguenza di una sconfitta in un referendum analogo, come ha ricordato egli stesso sui social media.

Il video di Giorgia Meloni e l'invito del direttore del Tg La7

In un spot elettorale andato in ondain vista delle europee dell'8 e 9 giugno, sulla rete di proprietà di Urbano Cairo, Meloni ha esordito con un sarcastico "Cari telespettatori de La7... è da un po' che non ci si vede...".

La premier ha proseguito con lo stesso tonodicendo: "Spero di trovarvi rincuorati per lo scampato pericolo della deriva autoritaria, del collasso dell'economia, dell'isolamento dell'Italia a livello internazionale. Perché, mentre molti discutevano di questi fantasmi, noi lavoravamo senza sosta, per migliorare le condizioni dell'Italia".

Il direttore del Tg di La7, Enrico Mentana, ha accolto "con un sorriso la battuta" sui telespettatori di La7.

"Se sente la loro mancanza la premier potrà incontrarli nella sera più importante della campagna elettorale, l'ultima, venerdì 7 giugno alle 21:30, visto che è stata invitata come i leader delle altre principali liste" ha commentato a margine del festival della Tv di Dogliani dove è stato ospite.

Italia, premier Meloni accetta apertura di von der Leyen

Ospite di una trasmissione radiofonica della Rai, Meloni ha anche replicato alle parole della presidente uscente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, la scorsa settimana.

"C'è il margine per costruire una maggioranza diversa nel Parlamento europeo e quindi un'Europa diversa che faccia politiche diverse", ha dichiarato lunedì la premier a Giù la maschera.

Nel dibattito tra i candidati leader dei principali gruppi politici europei, il 23 maggio a Bruxelles, von der Leyen che è la spitzenkandidat dei Popolari aveva detto che Meloni soddisfa i criteri per un'alleanza e dunque per una potenziale maggioranza di centrodestra al posto dell'attuale coalizione con socialisti e liberali.

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