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Guerra a Gaza: scontro tra Gantz e Netanyahu, morti oltre 80 palestinesi e due soldati israeliani

Benny Gantz
Benny Gantz Diritti d'autore Mark Schiefelbein/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
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Di Euronews
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È alta tensione nel governo israeliano dopo l'ultimatum di Gantz a Netanyahu per l'operazione nella Striscia. Gli attacchi dell'esercito provocano, intanto, oltre 80 vittime. Morti anche due soldati di Israele nel sud di Gaza

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Si intensificano gli attacchi nella Striscia da parte dell'esercito israeliano. Almeno venti persone sono morte sabato dopo un'operazione nel campo profughi di Nuseirat e altre nove in attacchi a Gaza City. Le vittime si aggiungono alle 64 registrate venerdì per i bombardamenti di Israele su tutta la Striscia, tra queste 28 sono morte in un attacco a un blocco residenziale vicino all'ospedale Kamal Adwan e altre otto mentre facevano la fila per l'acqua ad al-Faluja.

Morti due soldati israeliani, recuperato corpo di un quarto ostaggio

Vittime sono state registrate anche da parte di Israele. Il portavoce dell'esercito Daniel Hagari ha reso noto che due soldati ventenni della Brigata Fanteria Givanti sono stati uccisi e altri tre gravemente feriti durante i combattimenti in corso nel sud di Gaza. Poche ore prima Hagari aveva annunciato su X anche il ritrovamento a Gaza del corpo di un quarto ostaggio israeliano, dopo l'annuncio di venerdì secondo cui l'Idf aveva recuperato i corpi di tre ostaggi da Gaza. Hagari ha identificato i quattro ostaggi come Shani Louk, Amit Buskila e Itzhak Gelerenter, e Ron Binyamin, tutti e quattro sarebbero stati uccisi dai militanti di Hamas al festival musicale Nova e i loro corpi portati a Gaza.

Lo scontro tra Gantz e Netanyahu

Il prolungarsi dell'operazione nel sud della Striscia sta provocando alta tensione nel governo israeliano. Il membro del gabinetto di Guerra Benny Gantz ha lanciato un ultimatum al primo ministro Benjamin Netanyahu sabato sera, chiedendo al premier di impegnarsi in una visione concordata per il conflitto di Gaza che includa la definizione di chi potrebbe governare il territorio dopo la sconfitta di Hamas, e avvertendo che lascerà la coalizione l'8 giugno se ciò non avverrà.

In una dichiarazione che ha provocato una rapida indignazione da parte di altri membri del governo, Gantz ha detto che la guerra scatenata dal massacro del 7 ottobre guidato da Hamas è andata alla deriva negli ultimi mesi a causa della codardia di alcuni leader israeliani.

“Mentre i soldati israeliani stanno dimostrando un incredibile coraggio sul fronte, alcune delle persone che li hanno mandati in battaglia stanno agendo con codardia e mancanza di responsabilità”, ha detto Gantz. Poco dopo è arrivata la risposta da parte dell'ufficio di Netanyahu che ha accusato il suo alleato di governo di “dare un ultimatum al primo ministro invece di dare un ultimatum ad Hamas”. Secondo Netanyahu le richieste di Gantz significherebbero “la fine della guerra e la sconfitta di Israele, l'abbandono della maggior parte degli ostaggi, il mantenimento di Hamas al potere e la creazione di uno Stato palestinese”. 

"Netanyahu si oppone a portare l'Autorità Palestinese a Gaza e a creare uno Stato palestinese che sarà inevitabilmente uno Stato del terrore”, ha scritto l'ufficio del premier e ha aggiunto: "Ritiene inoltre che il governo di unità sia fondamentale per raggiungere gli obiettivi di guerra, e si aspetta che Gantz chiarisca al pubblico le sue posizioni su questi temi”.

“Se il primo ministro avesse ascoltato Gantz, saremmo andati a Rafah mesi fa e avremmo finito la missione. Dobbiamo finirla e creare le condizioni necessarie per farlo”, è la risposta arrivata a stretto giro dall'ufficio di Gantz.

Proteste a Tel Aviv: arrestati manifestanti

La tensione nel Paese è stata registrata anche quanto migliaia di persone si sono riunite sabato sera a Tel Aviv chiedendo nuove elezioni e le dimissioni del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Portando striscioni e scandendo slogan, i manifestanti hanno anche chiesto il rilascio delle decine di ostaggi ancora prigionieri a Gaza.

manifestazioni a Tel Aviv
manifestazioni a Tel AvivLeo Correa/Copyright 2024 The AP All rights reserved

Molti israeliani, angosciati per gli ostaggi e accusati da Netanyahu di anteporre gli interessi politici a tutto il resto, vogliono un accordo per fermare i combattimenti e liberarli. La polizia è intervenuta allontanando i manifestanti con i cannoni ad acqua, alcuni sono stati arrestati.

Sullivan incontra Mohammed bin Salman: sul tavolo la soluzione a due Stati

Proseguono, intanto, le discussioni a livello internazionale per fermare la guerra a Gaza. Dopo l'annuncio del premier spagnolo Pedro Sánchez del riconoscimento dello Stato palestinese. Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan ha incontrato il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Mbs) nella città orientale di Dhahran, in Arabia Saudita. Secondo i media statali sauditi, le due parti hanno anche discusso "su cosa si sta lavorando tra le due parti sulla questione palestinese per trovare un percorso credibile verso una soluzione a due Stati"

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