Gaza, quarto giorno di colloqui per il cessate il fuoco. Gli Usa: "L'accordo è nelle mani di Hamas"

Palestinesi cercano corpi e sopravvissuti tra le macerie di un edificio residenziale distrutto da un attacco aereo israeliano a Rafah, nella Striscia di Gaza, 4 marzo 2024
Palestinesi cercano corpi e sopravvissuti tra le macerie di un edificio residenziale distrutto da un attacco aereo israeliano a Rafah, nella Striscia di Gaza, 4 marzo 2024 Diritti d'autore Fatima Shbair/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
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Di Michela Morsa
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Kirby ha invitato il gruppo radicale palestinese a "fare un passo avanti" e ad accettare un "accordo razionale". Il presidente turco Erdoğan mette in guardia Israele dal limitare l'accesso ai luoghi sacri musulmani durante il Ramadan, arrivano altri aiuti umanitari dal cielo

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L'accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza è nelle mani di Hamas, ha detto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden martedì, appellandosi al gruppo radicale palestinese perché approvi le condizioni per la tregua di sei settimane, sul tavolo dei negoziati da giorni, entro l'inizio del Ramadan, il 10 marzo. 

Una prospettiva sempre più improbabile secondo molte media, tra cui l'Afp, che sostengono i colloqui non abbiano compiuto nessun passo avanti in questi tre giorni e continueranno anche mercoledì. Grande assente sempre Israele, che si è rifiutato di inviare una delegazione al Cairo dopo il rifiuto di Hamas di fornire una lista degli ostaggi vivi

Anche il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca John Kirby ha invitato Hamas a "fare un passo avanti" e ad accettare l'accordo. "Vogliamo un cessate il fuoco temporaneo per circa sei settimane che ci permetta di far arrivare più aiuti e, cosa più importante, di riportare tutti gli ostaggi con le loro famiglie al loro posto e di ridurre la violenza", ha detto Kirby. 

"Questo è l'accordo sul tavolo. È un accordo razionale. Gli israeliani hanno collaborato. Hanno negoziato in buona fede su questo", ha aggiunto.

Da parte sua martedì Hamas ha detto che "la palla è nel campo di Israele". 

Erdoğan mette in guardia Israele dal limitare l'accesso ai luoghi sacri

Durante un incontro con il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas, il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha messo in guardia Israele da possibili iniziative volte a limitare l'accesso dei fedeli musulmani ai luoghi sacridi Gerusalemme durante il Ramadan.

Il leader turco ha detto che i politici radicali israeliani stanno facendo richieste "deliranti" per impedire ai musulmani di entrare nella moschea di al-Aqsa durante il Ramadan. Ma un simile passo, ha dichiarato Erdoğan senza dilungarsi, avrebbe conseguenze "senza dubbio molto gravi"

Fortemente critico nei confronti delle azioni militari di Israele nella Striscia, il presidente turco ha anche invocato l'unità tra i palestinesi, affermando che la solidarietà tra le fazioni sarebbe "una delle migliori risposte all'oppressione di Israele".

Abbas, da parte sua, ha chiesto una conferenza di pace internazionale che tracci una "roadmap" per la fine del conflitto in Medio Oriente. Ha anche rinnovato l'appello per il riconoscimento internazionale di uno Stato palestinese attraverso l'adesione alle Nazioni Unite. "Soprattutto gli Stati europei devono riconoscere la Palestina", ha detto Abbas. 

Nel nord di Gaza un bambino su sei rischia di morire di fame

Gli esperti delle Nazioni Unite hanno condannato come "massacro" la violenza che le forze israeliane hanno scatenato lo scorso giovedì a Gaza City contro i palestinesi accalcatisi intorno ai camion umanitari per accaparrarsi un po' di farina.

In una dichiarazione, un gruppo di relatori speciali dell'Onu ha accusato Israele di "affamare intenzionalmente il popolo palestinese a Gaza dall'8 ottobre", aggiungendo: "Ora sta prendendo di mira i civili in cerca di aiuti umanitari e i convogli umanitari". Secondo l'organizzazione internazionale, un quarto dei 2,3 milioni di abitanti di Gaza sta morendo di fame.

Martedì il rappresentante dell'Oms per Gaza e la Cisgiordania Richard Peeperkorn ha dichiarato che "la situazione è particolarmente estrema nel nord di Gaza", dove un bambino su sei sotto i due anni di età è gravemente malnutrito

"Il fatto che i bambini inizino a morire di fame dovrebbe essere un allarme senza precedenti", ha dichiarato Jens Laerke, portavoce dell'agenzia umanitaria delle Nazioni Unite ai giornalisti a Ginevra. Secondo l'Afp almeno 15 bambini sono morti per fame e disidratazione in un solo ospedale

Peeperkorn ha anche dichiarato che più di ottomila persone avrebbero bisogno di essere evacuate dalla Striscia di Gaza per ricevere le cure mediche necessarie. Seimila di loro hanno ferite e disturbi legati alla guerra, tra cui lesioni da trauma multiplo, ustioni e amputazioni, mentre altre duemila sono pazienti che necessitano di cure per cancro e altre gravi malattie croniche. Spostare questi pazienti fuori da Gaza allevierebbe parte della pressione sui medici e sugli ospedali che stanno lottando per continuare a funzionare.

Arrivano altri aiuti umanitari dal cielo

Martedì la Giordania ha effettuato un'altra operazione umanitaria via aerea insieme agli Stati Uniti, alla Francia, all'Egitto e agli Emirati Arabi Uniti, segnando la più grande consegna di questo tipo fino a oggi. Otto aerei hanno lanciato 36.800 pasti sul nord della Striscia di Gaza, dove quasi mezzo milione di persone non riesce ad avere accesso ai rifornimenti a causa dei combattimenti e dell'assedio israeliano. 

Il lancio segue altri che si sono verificati negli ultimi giorni. I gruppi di aiuto hanno sottolineato che i lanci aerei sono una misura costosa e di ultima istanza, che non può sostituire le consegne via terra.

Ma d'altra parte, denunciano, è diventato quasi impossibile consegnare i rifornimenti nella maggior parte del territorio a causa della difficoltà di coordinamento con l'esercito israeliano, delle ostilità in corso e della rottura dell'ordine pubblico.

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