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Gaza, le forze israeliane entrano nell'ospedale di al-Shifa

Il conflitto tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza non risparmia neanche gli ospedali
Il conflitto tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza non risparmia neanche gli ospedali Diritti d'autore Leo Correa/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Leo Correa/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.
Di Andrea Barolini
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Soldati israeliani sono entrati nella notte all'interno dell'ospedale di al-Shifa nella Striscia di Gaza. Testimoni parlano di carri armati attorno alla struttura. Appello per i neonati prematuri privati delle incubatrici

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Le forze israeliane sono entrate nella notte nell'ospedale di al-Shifa a Gaza. L'esercito della nazione ebraica ha affermato di aver avviato un'operazione che è stata definita "precisa e mirata" contro i militanti di Hamas. La situazione è apparsa tuttavia immediatamente delicata, dal momento che nella struttura, secondo quanto riferito dal ministero della Sanità della Striscia di Gaza sarebbero presenti non soltanto centinaia di pazienti, ma anche numerosi membri del personale sanitario, nonché migliaia di sfollati.

Un primo bilancio delle vittime è stato diffuso dall'Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari (Ocha), secondo il quale sono quaranta i pazienti rimasti uccisi nell'ospedale. Ciò probabilmente anche in ragione del fatto che l'esercito israeliano ha concesso solamente 30 minuti di preavviso prima di lanciare l'operazione militare nella struttura sanitaria.

Hamas ha chiesto una tregua per evacuare i neonati

Per questo, Hamas ha lanciato un appello affinché fosse stabilita una tregua al fine di poter evacuare alcune decine di neonati prematuri, le cui incubatrici non erano più funzionanti. La corrente è stata infatti interrotta e la sorte dei piccoli sta suscitando preoccupazione in tutto il mondo. 

Perfino gli Stati Unit****i, che sostengono totalmente l'operazione israeliana a Gaza, hanno chiesto che i pazienti siano protetti e hanno invitato ad evitare scontri a fuoco all'interno dell'ospedale. Testimoni hanno parlato di carri armanti attorno alla struttura e di soldati presenti all'interno.

Il Comitato internazionale della Croce Rossa si è detto estremamente preoccupato "per l'impatto dell'operazione condotta dall'esercito israeliano nell'ospedale al-Shifa". E ha ricordato che "i pazienti, il personale medico e i civili devono essere sempre protetti". La Mezzaluna rossa ha inoltre annunciato all'agenzia Ansa che un'autocisterna con carburante è entrata nella Striscia di Gaza, passando dal valico di Rafah: si tratta della prima a riuscire ad accedere al territorio palestinese dallo scorso 7 ottobre.

A Gaza 22 ospedali su 36 ormai inutilizzabili

Anche la situazione degli altri ospedali di Gaza è disastrosa: secondo le Nazioni Unite, 22 su 36 non sono più operativi a causa della mancanza di carburante necessario per alimentare i generatori, o per via dei danni riportati a causa di bombardamenti e combattimenti. I 14 ospedali rimasti aperti hanno scorte appena sufficienti per sostenere interventi chirurgici indispensabili.

Per questo il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, nella giornata di martedì aveva lanciato un nuovo appello per un cessate il fuoco, "in nome dell'umanità". Hamas continua a negare le accuse israeliane di utilizzare gli ospedali, in particolare quello di al-Shifa, per effettuare operazioni militari o per nascondere ostaggi.

Cresce infine il bilancio delle vittime dell'attacco israeliano nella Striscia: secondo il governo di Hamas sono 11.320 i palestinesi uccisi dall'inizio dei bombardamenti e successivamente all'ingresso delle forze armate di Tel Aviv sul territorio di Gaza. Tra loro, 4.650 bambini. I feriti sono ormai più 29mila. 

La relatrice speciale Onu Francesca Albanese: "Israele usa un diritto inesistente all'autodifesa"

Dopo i ripetuti appelli da parte delle Nazioni Unite ad un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza, sono arrivate anche le parole della relatrice speciale Onu per i Territori palestinesi occupati, l'italiana Francesca Albanese, secondo la quale Israele fa riferimento "ad un inesistente diritto all'autodifesa". 

Secondo la giurista specializzata in diritto internazionale umanitario, la comunità internazionale sta "fallendo in modo colossale" nella risposta al conflitto tra Israele e Hamas. La relatrice speciale ha aggiunto che "gli Stati membri, specie in Occidente, restano ai margini, sussurrando parole inaudibili di condanna, o restano in silenzio per paura di lederel'autoproclamato diritto di Israele all'autodifesa. Secondo il diritto internazionale, Israele ha il diritto di proteggersi, ma non di intraprendere una guerra".

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