Alla violenza segue altra violenza. Dopo l'operazione militare israeliana nel campo profughi di Jenin, la rappresaglia di un militante di Hamas
Delle nove persone persone ferite in un attentato a Tel Aviv, tre versano in gravi condizioni. L'aggressore, un palestinese residente in Cisgiordania, è stato colpito e ucciso da un passante. Secondo l'Organizzazione palestinese Hamas, si trattava di un militante che ha agito come rappresaglia dopo l'operazione militare israeliana in Cisgiordania che ha provocato numerosi morti.
L'intervento da parte dell'esercito israeliano si è concentrato nel campo profughi di Jenin, al cui interno sono stati utilizzati veicoli blindati, bulldozer e droni. L'obiettivo dichiarato era di neutralizzare presunti depositi di esplosivi e le strutture appartenenti a organizzazioni terroristiche. Gli scontri hanno causato una decina di morti, tutti palestinesi. Al contempo, migliaia di persone sono fuggite dalle loro case in preda al panico.
200 morti da inizio anno, quasi tutti palestinesi
Numerosi organismi della comunità internazionale hanno invitato Israele a rispettare i diritti umani il principio di proporzionalità nelle sue azioni.
Il conflitto israelo-palestinese sta vivendo il periodo più violento dalla seconda Intifada: finora, quest'anno più di 200 persone sono state uccise. Nella stragrande maggioranza dei casi si è trattato di palestinesi.