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Nuova operazione militare in Cisgiordania: attaccato il campo di Jenin

Il fumo dei bombardamenti israeliani si leva dal campo di Jenin
Il fumo dei bombardamenti israeliani si leva dal campo di Jenin Diritti d'autore Majdi Mohammed/AP
Diritti d'autore Majdi Mohammed/AP
Di Redazione italiana
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Cresce la tensione in Cisgiordania, Israele irrompe nel campo profughi di Jenin, otto palestinesi morti, aumenta la repressione

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Cresce la tensione in Cisgiordania, dove la mattina di lunedì 3 luglio Israele ha dispiegato centinaia di soldati nel campo profughi di Jenin, colpendo con l'aiuto di droni quella che Tel Aviv considera un rifugio per "terroristi" che lanciano attacchi sul territorio della nazione ebraica. L'operazione è considerata la più importante dell'ultimo anno nella zona di Jenin, considerata da Israele come uno storico bastione della resistenza palestinese.

Le autorità sanitarie palestinesi affermano essere almeno otto i palestinesi uccisi, mentre centinaia sono stati feriti. Tel Aviv considera la repressione avviata a Jenin come una risposta a una serie di attacchi sempre più duri da parte dei palestinesi nei confronti dei coloni. Tra gli episodi più eclatanti si annovera il raid aereo su Jenin del 20 giugno scorso, in cui sette palestinesi sono rimasti uccisi e a cui è seguita come rappresaglia la sparatoria del 21 giugno scorso, quando due palestinesi armati hanno fatto irruzione in un ristorante presso un insediamento israeliano in Cisgiordania uccidendo quattro coloni. 

La più grande operazione militare dell'ultimo anno

Ciò ha provocato un**'escalation delle violenze** da entrambe le parti. I residenti palestinesi di Jenin affermano che l'elettricità è stata tagliata in molte aree e che i bulldozer dell'esercito hanno danneggiato diverse abitazioni. Fino all'irruzione israeliana nel campo prufughi, che ha portato la tensione a salire ulteriormente: anche nel pomeriggio di lunedì si continuano a registrare combattimenti, a circa 14 ore dall'inizio dell'operazione. 

Sono circa duemila i soldati impiegati nell'operazione, secondo quanto riportato dal tenente colonnello Richard Hecht, portavoce dell'esercito, mentre i droni militari stanno liberando la strada alle truppe di terra con attacchi aerei. Secondo lo stesso Hecht questa serie di operazioni è sensibilmente diversa rispetto ai raid aerei isolati che Israele ha effettuato nel corso dell'ultimo anno.

Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha dichiarato che l'operazione "sta procedendo come previsto", ma non ha fornito indicazioni su quando terminerà. Tuttavia alcuni esperti militari israeliani prevedono che possa durare alcuni giorni, anche se Tel Aviv non avrebbe interesse nel protrarre più a lungo gli scontri, rischiando così di attirare su di sé numerose critiche internazionali. 

Secondo l'agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa, i militari hanno bloccato le strade all'interno del campo, hanno preso il controllo di case ed edifici e hanno piazzato cecchini sui tetti. Dalla strategia utilizzata sembrerebbe che l'operazione possa durare a lungo. 

Terrorismo nel campo di Jenin: le accuse di Eli Cohen

Oltre ai palestinesi anche i Paesi vicini, la Giordania e l'Egitto, e l'Organizzazione della Cooperazione Islamica, composta da 57 nazioni, hanno condannato le violenze dell'esercito israeliano. Sono più di 130 i palestinesi uccisi dall'inizio di quest'anno in Cisgiordania, e 24 gli israeliani. 

Sono stati segnalati disordini anche nella città cisgiordana di Ramallah, dove il fuoco israeliano ha ucciso un ragazzo palestinese di ventun'anni. Una situazione che ha suscitato anche la reazione di appartenenti alla jihad islamica, che dalla Striscia di Gaza minacciano reazioni se gli scontri dovessero continuare. "Il nostro popolo palestinese non si inginocchierà, non si arrenderà, non alzerà bandiera bianca e rimarrà saldo sulla propria terra di fronte a questa brutale aggressione", ha dichiarato il portavoce della presidenza palestinese Nabil Abu Rudeineh.

Il ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen, invece, accusa i palestinesi di Jenin di aver trasformato il campo in un centro di attività terroristiche, grazie ai finanziamenti - sempre secondo il ministro della nazione ebraica - riceverebbero dall'Iran, storico nemico di Israele. Ma per i palestinesi, che rigettano le accuse, la violenza sarebbe una risposta naturale a 56 anni di occupazione.

L'aumento delle violenze potrebbe essere una risposta politica all'estrema destra

L'operazione militare potrebbe, allo stesso tempo, rappresentare un modo per rispondere alle richieste avanzate da alcuni esponenti di spicco della componente più estremista del governo israeliano, guidato dal primo ministro Benjamin Netanyahu.  Come nel caso del ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, un ultra-nazionalista che di recente ha lanciato un appello a "uccidere anche migliaia di militanti palestinesi", se necessario. 

Intanto Lynn Hastings, coordinatrice umanitaria delle Nazioni Unite nelle aree palestinesi, ha dichiarato su Twitter di essere "allarmata dalla portata dell'operazione delle forze israeliane" e ha dichiarato che l'Onu sta mobilitando gli aiuti umanitari necessari.

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