Chanysheva, vicina al celebre oppositore di Putin Navalny, è stata ritenuta responsabile di gestione di un'organizzazione estremista
Lilia Chanysheva, attivista che si oppone al presidente Vladimir Putin e vicina al detenuto Alexei Navalny, è stata condannata da un tribunale a 7 anni e mezzo di carcere. I giudici l'hanno ritenuta colpevole di "estremismo" e "gestione di una società estremista", tra le altre accuse.
Prima di lasciare l'aula, la donna si è rivolta ai suoi sostenitori con queste parole: "Credete in voi stessi, lavorate per cambiamenti positivi. Scrivetemi delle lettere, ho davvero bisogno di voi. Anche gli altri prigionieri politici hanno bisogno di voi. E il nostro infelice Paese ha molto bisogno di voi. Anch'io non mi arrenderò. Credo che insieme possiamo fare della Russia un Paese libero, pacifico e umano".
La donna ha chiesto di poter diventare madre
Chanysheva, che ha guidato le attività di Navalny nella regione del Bashkortostan, è stata accusata insieme ad altri di "aver creato una comunità estremista".
L'accusa aveva chiesto 12 anni di carcere. L'attivista ha 41 anni e durante il processo ha chiesto che la sentenza (gli anni di reclusione) non le precluda la possibilità di diventare madre.