Il tribunale dei diritti umani chiede anche a Mosca di risarcire l'oppositore con 40mila euro
La sentenza arriva due giorni dopo che un'ondata di solidarità internazionale ha raggiunto in carcere l'oppositore russo Alexei Navalny in occasione del suo 47 esimo compleanno domenica. Questo martedì la Corte europea dei diritti umani ha condannato Mosca a versare 40mila euro a Navalny come risarcimento danni morali; per il tribunale di Strasburgo Mosca è colpevole di non aver aperto un'inchiesta giudiziaria adeguata in seguito all'avvelenamento di Navalny avvenuto nell'agosto 2020. Ca va sans dire non è stato tenuto conto di un possibile movente politico, né si è indagato sul coinvolgimento di agenti di Stato. In quell'occasione per Navalny, che fu curato a Berlino, fu diagnosticato un avvelenamento grave da Novichock, un agente nervino. Anche su questo punto, l'uso di una sostanza vietata dalle convenzioni internazionali, la Russia avrebbe dovuto indagare.
Navalny è in un carcere di massima sicurezza, denuncia vessazioni
Navalny, il più strenuo oppositore del presidente russo Vladimir Putin, si trova attualmente nel carcere di massima sicurezza di Melekhovo a 200 km da Mosca. Qui sta scontando una pena di 9 anni di reclusione. La sua detenzione è iniziata proprio dopo il rientro in Russia dalla Germania dove era andato a farsi curare dopo l'avvelenamento che gli è quasi costato la vita (in quell'occasione la sua temperatura corporea scese a 33 gradi e il suo battito cardiaco era fortemente rallentato, solo le buoni condizioni di salute precedenti lo hanno salvato).
Mentre è in carcere il suo entourage denuncia che il suo aspetto e le sue condizioni di salute destano molta preoccupazione. Navalny ha raccontato di essere sottoposto a un regime carcerario duro. Costretto a stare seduto ore ed ore su una piccola sedia per cucire, costretto anche a fissare un ritratto di Putin per ore. La rieducazione, insomma. Tra le vessazioni subite la difficoltà a reperire farmaci per curarsi, denuncia l'attivista.