Corea del Sud: risarcimenti a vittime del lavoro forzato giapponese

Park Jin, ministro degli Esteri sudcoreano
Park Jin, ministro degli Esteri sudcoreano Diritti d'autore Kim Hong-Ji/AP
Di Euronews
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Tentativo di risolvere una delle questioni più controverse nelle relazioni tra i paesi, consolidando cooperazione trilaterale con Tokyo e Washington

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La Corea del Sud ha annunciato un piano per risarcire i propri cittadini vittime del lavoro forzato durante l’occupazione giapponese nella prima metà del Novecento.

L’iniziativa, annunciata dal ministro degli Esteri Park Jin, è un tentativo di risolvere una delle questioni più controverse nelle relazioni tra i due paesi e di consolidare la cooperazione trilaterale tra Seul-Tokyo-Washington.

Nel bel mezzo della grave situazione internazionale e della complessa crisi globale, la cooperazione tra Corea e Giappone è cruciale in tutti i settori della diplomazia, dell'economia e della sicurezza
Park Jin
Ministro degli Esteri Corea del Sud

Il governo giapponese ha fatto sapere di "apprezzare" le misure annunciate da Seul come “sforzo per ripristinare corrette relazioni tra Giappone e Corea del Sud”, sebbene insista che tutte le questioni relative ai risarcimenti in tempo di guerra siano state risolte in base al trattato del 1965.

Washington, dal canto suo, ha definito il piano "storico".

Intanto diverse persone appartenenti a gruppi civici si sono riunite in protesta fuori dal ministero degli Esteri sudcoreano. Molte vittime e le loro famiglie hanno espresso disappunto per il piano, che in linea di principio esonera le compagnie giapponesi dal chiedere scusa o dal risarcirle direttamente, dal momento che si basa su un fondo finanziato con denaro di compagnie sudcoreane e non giapponesi.

Secondo i dati di Seoul, circa 780mila persone sono state sottoposte a lavori forzati durante i 35 anni di occupazione giapponese, senza contare le donne costrette alla schiavitù sessuale da parte delle truppe giapponesi. 

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