Il regime venezuelano dice di voler combattere i cartelli, ma in pochi ci credono

L'esercito venezuelano interviene nello stato di Bolivar, la regione mineraria del paese. Ma è vera operazione per ristabilire l'ordine o semplice guerra di bande? È quello che si chiedono in molti dopoché il regime del presidente Nicolas Maduro ha inviato truppe nella regione detta dell'arco minero in preda a cartelli criminali che controllano molte miniere illegali che devastano l'ecosistema ad esempio del parco Yapacana.
I terreni sono devastati perché viene usata una grande quantità d'acqua potabile per estrarre oro, coltano o ferro. Quest'acqua però è piena di mercurio e la cosa devasta un ambiente considerato il polmone verde del pianeta, al confine con la Colombia. È in atto un vero e proprio ecocidio. Negli anni però, alti papaveri del regime chavista e generali delle forze armate venezuelane sono stati coinvolti in scandali o collaboravano con i cartelli. Chiudendo un occhio o con veri e propri partenariati.
I cittadini del posto sono disperati. Un'attivista prochavista invece assicura. "L'industria miniera illegale ha contaminato i fiumi e provocato molte malattie. La presenza delle istituzioni ha riportato lo stato di diritto e stiamo lavorando per proteggere il territorio".
Affermazioni a cui però non credono le organizzazioni indipendenti per la difesa dell'ambiente e dei diritti umani.