In Perù sono già 25 le vittime negli scontri - che durano da oltre una settimana - tra l'esercito, la polizia e i sostenitori del destituito presidente Pedro Castillo, ora in carcere per "ribellione e tentativo di colpo di stato". Martedì, nuova richiesta di elezioni anticipate al Parlamento
In Perù sono già 25 le vittime (e quasi 700 i feriti) negli scontri - che durano da oltre una settimana - tra l'esercito, la polizia e i sostenitori del destituito presidente Pedro Castillo.
Secondo l'Ufficio del Difensore civico peruviano, venti persone sono morte direttamente negli incidenti con le forze dell'ordine, e cinque in eventi legati ai blocchi stradali. Inoltre, 290 poliziotti e 279 civili sarebbero rimasti feriti.
Citando un rapporto di questo ufficio, così il quotidiano peruviano "La Republica" racconta l'accaduto: "La maggior parte delle persone decedute erano giovani e vivevano in zone umili. Non si trattava di gente che abitava nella stessa zona o di amici. Non si conoscevano", aggiunge il quotidiano, "ma sono morti allo stesso modo: durante le manifestazioni e gli scontri con le forze di sicurezza".
Castillo, "il presidente degli indigeni"
Pedro Castillo, presidente "contadino" e marxista del Perù da luglio 2021, molto amato dalla numerosa comunità indigena e rurale peruviana (la maggioranza della popolazione del Perù), il 7 dicembre scorso ha pronunciato un discorso in cui ha annunciato lo scioglimento del Parlamento, proprio il giorno prima del voto sul suo impeachement.
Secondo gli oppositori, appartenenti all'establishment del Perù, si è trattato di un tentativo di colpo di stato: Castillo si trova ora in carcere. E vi resterà per almeno 18 anni, dopo la condanna ricevuta subito dopo l'arresto. Ma secondo il procuratore Alcides Diaz, incaricato del dossier, Castillo rischia una pena di 10 anni di carcere.
Elezioni? Il Parlamento ha detto "No"
La Presidente "pro tempore" del Perù, Dina Boluarte, già vice di Castillo, ha escluso di dimettersi e ha rinnovato il suo appello affinché il Parlamento approvi elezioni anticipate, soprattutto per frenare le proteste di piazza. Per ora, il Parlamento ha detto "No". Ma secondo un sondaggio, l'83% dei peruviani vuole le elezioni. Subito.
La proposta di indire nel 2023 le elezioni anticipate verrà nuovamente proposta martedì 20 dicembre.
La presidente Boluarte, intanto, ha annunciato che lunedi formalizzerà un rimpasto del suo governo, costituito poco più di una settimana. Basterà per calmare le acque?
Proteste, vittime e disagi
La crisi si è concentrata in sei regioni (Lima, Apurímac, La Libertad, Junín, Arequipa e Ayacucho) e si è via via intensificata drammaticamente. Solo nel primo giorno dello stato di emergenza, il 14 dicembre, sono morti nove manifestanti.
Il fine settimana, comunque, sembra aver permesso una tregua nelle proteste, e questo ha sbloccato la difficile situazione di centinaia di turisti stranieri sorpresi in varie località turistiche - 200 nella sola Machu Picchu - dalle manifestazioni a sostegno dell'ex presidente Castillo.
Per quanto riguarda le varie decine di italiani in difficoltà sul territorio peruviano, la situazione è in "una fase di rientro alla normalità".
Lo rendono noto fonti dell'Agenzia Ansa.
Euronews racconta
Servizio del 20 luglio 2021: la vittoria elettorale di Pedro Castillo.