Almeno 20 morti negli scontri con la polizia. La Corte Suprema dispone per il capo dello Stato agli arresti una detenzione preventiva per 18 mesi
Nemmeno il coprifuoco ha fermato in Perù la rivolta dei sostenitori del deposto presidente Pedro Castillo, che continuano a manifestare chiedendone il rilascio.
La forte repressione della polizia ha portato in diverse località del paese a scontri, che hanno causato almeno 20 morti e numerosi feriti. Diverse decine di manifestanti sono finiti agli arresti.
I manifestanti accusano la vice di Castillo, Dina Boularte, ora capo dello stato a interim, di stare coprendo un colpo di stato.
Boularte, che in un primo momento aveva assicurato di voler restare al governo fino al 2026, cedendo alle pressioni della piazza, ha dovuto promettere elezioni anticipate nel 2023.
Intanto la Corte suprema ha stabilito che Castillo potrà legalmente restare in carcere per 18 mesi in regime di detenzione preventiva nell'attesa del compimento delle indagini.
Il deposto presidente è accusato di ribellione e sedizione, per aver tentato di sciogliere il parlamento alla vigilia di un voto di impeachment ai suoi danni.