Mosca, oltre il 90% degli ucraini vuole l'annessione alla Russia. Ue: "Elezioni illegali"

Referendum in Donbass
Referendum in Donbass Diritti d'autore AP/Associated Press
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Di Debora Gandini
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Il referendum sull’annessione del Donbass. Votazioni farsa per la comunità internazionale. Per Mosca il 97% ha votato a favore

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Mentre l’Occidente le ha definite consultazioni farsa non sembra esserci alcuna sorpresa nei referendum organizzati dal Cremlino. Secondo le commissione elettorali create dalle amministrazioni filorusse oltre il 90% dei votanti si sarebbe espresso a favore dell’annessione alla Russia delle quattro regioni ucraine occupate dall’esercito di Mosca.

Nel tentativo di dare ulteriore legittimità a questo voto, il governo russo ha fatto votare gli ucraini che, volontariamente o meno, si trovano in Russia. Da Soči, il presidente Vladimir Putin ha ricordate che "Salvare le persone dai territori in cui si sta svolgendo questo referendum è al centro dell'attenzione della società russa e del Paese.

La “salvezza” promessa dal presidente russo risuona come una messa in scena ingannevole. Sia per la comunità internazionale che per il governo di Kiev. "La cosa principale è che queste azioni, queste votazioni, questa decisione di Putin, non avranno alcuna influenza sulla politica, sulla diplomazia e sull'azione dell'Ucraina sul campo di battaglia, ha sottolineato il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba.

La reazione di Bruxelles

Da Bruxelles fanno sapere che nessuno riconoscerà il risultato della consultazione. Anzi l’Unione europea è andata oltre, e stando al portavoce del capo della politica estera Josep Borrell, "ci saranno conseguenze, o meglio sanzioni, per tutti coloro che partecipano a referendum illegali e illegittimi.

Attualmente i territori occupati militarmente dalla Russia rappresentano il 20% dell'Ucraina. La dichiarazione di annessione, dicono diversi fonti, avverrà tra pochi giorni, forse proprio questo venerdì. Intanto in un clima sempre più teso, l’ex presidente russo Dmitry Medvedev ancora una volta ha lanciato una minaccia, quella dell’uso delle armi atomiche, per difendere se necessario, l'integrità territoriale della Russia.

Una nuova, pericolosa fase

I referendum organizzati dal 23 al 27 settembre nelle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk e nelle regioni meridionali di Cherson e Zaporizhzhia, non sono riconosciuti dalla comunità internazionale, ma il Consiglio della Federazione russa (la Camera alta del Parlamento) potrebbe votare già il 4 ottobre per l’annessione dei quattro territori.

L'annessione formale di parti dell'Ucraina orientale, che potrebbe avvenire già venerdì, pone le basi per una nuova pericolosa fase del conflitto.

Di fronte alle recenti e umilianti battute d'arresto sul campo di battaglia delle forze del Cremlino in Ucraina, il Presidente russo Vladimir Putin sta usando il voto per cercare di costringere l'Ucraina a fermare la sua controffensiva. Se non lo farà, ha avvertito il Cremlino, Kyiv rischia una devastante escalation del conflitto, fino all'uso del suo arsenale nucleare.

Dmitry Medvedev, vice capo del Consiglio di sicurezza russo presieduto da Putin, martedì ha espresso la minaccia nei termini più crudi.

"Immaginiamo che la Russia sia costretta a usare l'arma più potente contro il regime ucraino che ha commesso un atto di aggressione su larga scala, pericoloso per l'esistenza stessa del nostro Stato", ha scritto Medvedev sul suo canale di messaggistica. "Credo che in questo caso la NATO si asterrà dall'intromettersi direttamente nel conflitto".

Uno (spaventoso) bluff?

Kiev e i suoi alleati occidentali hanno liquidato i discorsi sul nucleare del Cremlino come tattiche psicologiche volte a spaventare. 

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