Presidente e primo ministro scelgono il pugno duro per placare le proteste di piazza, a Colombo e in tutte le città dello Sri Lanka: i cittadini chiedono le dimissioni di entrambi
È di nuovo stato di emergenza nello Sri Lanka, per la seconda volta in cinque settimane: la misura, che consente alle forze di sicurezza massima libertà di intervento, è entrata in vigore dalla mezzanotte di sabato.
Un portavoce del premier Mahinda Rajapaksa ha fatto sapere che "lo stato di emergenza è stato istituito per garantire l'ordine pubblico".
Venerdì molte città dello Sri Lanka hanno vissuto l'ennesima giornata di tensione, dopo che i sindacati hanno proclamato uno sciopero generale, al quale ha aderito gran parte dei commercianti, e che ha paralizzato i trasporti.
Le proteste sono esplose nuovamente giovedì, in tutta l'isola, dopo l'elezione del vice-presidente del Parlamento, in quella che è stata vista come una vittoria chiave per la coalizione di governo, altrimenti ad un passo dalla caduta.
Fratelli al potere
I sindacati hanno annunciato scioperi ad oltranza a partire dal 12 maggio, fino a quando il premier Mahinda Rajapaksa e il presidente Gotabaya Rajapaksa, suo fratello, non si dimetteranno.
Secondo i regolamenti di emergenza, il presidente Rajapaksa può autorizzare gli arresti, prendere possesso di qualsiasi proprietà e perquisire qualsiasi locale. Può anche cambiare o sospendere qualsiasi legge.
Il cuore delle proteste è l'accampamento - ribattezzato "Hurogogama", ovvero "Villaggio che caccerà i ladri" - allestito dal 9 aprile a Colombo, la capitale dello Sri Lanka, proprio di fronte all'ufficio del Presidente.
La polizia ha utilizzato gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per disperdere le manifestazioni degli studenti, che hanno aderito in maniera massiccia allo sciopero.
Ad un passo dalla bancarotta
Lo Sri Lanka è economicamente ad un passo dalla bancarotta, dopo aver annunciato che sta sospendendo il rimborso dei suoi prestiti esteri e le sue riserve di valuta estera utilizzabili sono crollate sotto i 50 milioni di dollari.
Lo Sri Lanka ha 7 miliardi di dollari di rimborsi di prestiti esteri, quest'anno, su 25 miliardi di dollari da rimborsare entro il 2026. Il suo debito estero totale è di 51 miliardi di dollari.
Ma ancora peggio: i beni di prima necessità sono razionati, le scorte di medicinali sono quasi finite.
**La preoccupazione degli Stati Uniti e della comunità internazionale
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La proclamazione dello stato di emergenza ha suscitato preoccupazione nella comunità internazionale: in un tweet, l'Ambasciatrice degli Stati Uniti in Sri Lanka, Julie Chung, si è detta preoccupata per "il secondo stato di emergenza. La voce dei cittadini pacifici deve essere ascoltata", ha scritto. "Lo stato di emergenza non aiuterà a risolvere i problemi".