In occasione della Pasqua ortodossa, domenica 24 aprile, numerosi rifugiati ucraini - soprattutto mamme con bambini - hanno deciso di partire dall'estero, dove sono stati accolti, per tornare nel loro Paese. Nonostante i mille pericoli. Ma la nostalgia di casa è troppo forte
Con l'arrivo della Pasqua ortodossa, domenica 24 aprile, molti ucraini hanno preso la rischiosa decisione di tornare a casa per passare la Pasqua con le loro famiglie.
Alla stazione di Przemyśl, città di 60.000 abitanti in Polonia, al confine con l'Ucraina, non lontano da Leopoli, Olena è in partenza.
"Vado a cucinare per gli uomini che sono restati"
"Torno perché ci sono gli uomini che hanno bisogno di aiuto e per i quali cucinerò. Penso di essere ancora in grado di aiutare ed è per questo che torno a Kiev. Ora non bombardano più", dice Olena, con un sorriso carico di speranza.
In un centro di accoglienza proprio a Przemyśl, i volontari fanno del loro meglio per convincere i rifugiati ucraini a non rischiare la vita.
"Troppo presto per rientrare in Ucraina"
Il responsabile dell'Unione degli Ucraini in Polonia, Igor Horków:
"Non possiamo obbligare nessuno, ma cerchiamo di convincerli ad aspettare un po', soprattutto le madri con bambini piccoli. È ancora troppo presto".
Anche dalla stazione di Francoforte, in Germania, si susseguono i ritorni in Ucraina.
La nostalgia per la famiglia e la vita che hanno lasciato quasi due mesi fa supera ogni senso di paura: è il caso di Julia.
"Pensavo che la separazione fosse meno dura"
"In realtà, io ho paura", confessa Julia, "perché la nostra regione è ancora circondata. I russi sono ovunque intorno alla nostra città e mia madre vive lì. Sono preoccupata per lei perché è sola, pensavo che la separazione sarebbe stata molto meno dura".
Nonostante tutto, molte ore dopo Julia e suo figlio entreranno, volontariamente, in una zona di guerra.